
Sandro Bonacchi nella piantagione dell'Honduras
Pistoia, 21 febbraio 2015 - “Non voglio fare il lavoro che mi piace. Voglio fare il lavoro che amo”. È tornato ancor più convinto della sua passione, forte di un'esperienza che, glielo si legge negli occhi, lo ha arricchito come nessun'altra prima d'ora. Così, dopo un'assenza lunga quindici giorni trascorsi tra la fazenda e la piantagione honduregna, Sandro Bonacchi, 37 anni, titolare con il fratello Samuele della torrefazione Oriental Caffè sulla Statale a Olmi, torna al lavoro più sorridente di prima. “Allora, com'è andata? Tanti, tanti complimenti”, gli dicono i molti che dal suo ritorno l'hanno incontrato in negozio o per le strade di Quarrata. La notizia che Sandro nelle scorse settimane era partito per l'Honduras come concorrente del talent show “Barista&Farmer”, progetto di Francesco Sanapo in collaborazione con Rimini Fiera e Sigep e con il patrocinio di Scae (Speciality Coffee Association of Europe), aveva fatto rapidamente il giro della città.
“Mi fanno i complimenti – dice sorridendo Sandro – e io allora poi spiego cosa sono andato a fare. Perché 'Barista&Farmer' non è un reality alla maniera classicamente intesa, ma un vero e proprio percorso professionale”. Venuto a conoscenza di questo progetto durante la fiera di Rimini lo scorso anno, il talent 'Barista&Farmer' è stato per Sandro Bonacchi il coronamento di un sogno inseguito fin da ragazzo. “Per un torrefattore appassionato – spiega lui – non può non essere un sogno l'opportunità di visitare una piantagione, capire cosa c'è a monte del chicco che qui vendiamo. Sono stato selezionato tra duecento candidati ed è stata per me una grandissima gioia. Entrare in una piantagione, vivere la natura vera e pura. E anche se la sveglia suonava alle 4.30 poco importa. Hai l'occasione di essere in un posto speciale dove la gente ha scelto di non costruire per non rubare spazio alle piantagioni. È la loro normalità, il loro vivere quotidiano, la loro stessa ricchezza. Oggi, dopo questa esperienza, so ancor di più perché un caffè è buono e un altro no, so perché la quantità spesso non può fare la qualità. E sono ancor più convinto che oggi per sopravvivere sia su questa che si deve investire”.
Un gruppo coeso, come racconta lo stesso Sandro, quello che si è formato nella finca Santa Isabel dove ha condiviso l'esperienza con altri nove concorrenti e dalla quale torna con in tasca nuove prestigiose certificazioni in materia di caffè. “Voglio continuare ad investire tempo ed energie nella formazione – conclude Sandro –. Racconterò quello che ho appreso a tutti i nostri ragazzi dello staff perché sono convinto che l'amore per il proprio lavoro sia l'unico modo per lavorare nella giusta direzione, perché anche il cliente possa sentire questa passione quando compra da noi”.