DAVIDE COSTA
Cronaca

Funghi, gli errori da evitare. Danti: "Mai sottovalutare la montagna"

Dall'abbigliamento alla raccolta: i consigli del sindaco di Abetone

Giampiero Danti

Pistoia, 2 novembre 2016 - Dici funghi, dici montagna e pensi subito a lui. Giampiero Danti, sindaco di Abetone, grande esperto e titolare di una delle principali aziende del settore.

Partiamo dall’Abc, sindaco. Come ci si veste per andare a funghi?

«Non con i mocassini, intanto. Sembra una battuta, eppure mi è capitato di vedere lungo i sentieri dei nostri boschi raccoglitori improvvisati con questo tipo di scarpe. E’ chiaro che basta poco per scivolare e farsi male».

Scarpe da trekking, quindi. Poi?

«Pantaloni lunghi, qualunque sia la stagione e la temperatura. E uno zainetto con il necessario: dalla mantellina per ripararsi in caso di pioggia, alla borraccia. E, perché no, a qualcosa da mangiare, anche se si è programmato di rientrare prima di pranzo o di cena».

Addirittura?

«La montagna è la patria dell’imprevisto. Meglio partire il più possibile equipaggiati. E non dimenticarsi il cellulare, che deve essere carico, almeno alla partenza».

E poi, una volta giunti sul posto?

«Per prima cosa fare mente locale di dove lasciamo la macchina e dei sentieri che abbiamo intenzione di seguire. Meglio ancora se comunichiamo queste nostre intenzioni a qualche familiare. E comunque si va a raccogliere funghi soltanto nelle zone che si conoscono bene».

Quali sono le cose che vede nei boschi che proprio non le vanno giù?

«La più fastidiosa è la tendenza che hanno i raccoglitori della domenica di distruggere le fungaie delle specie velenose. Una cosa senza senso che contribuisce a distruggere l’ecosistema del bosco».

Altro?

«Quelli che, una volta trovato un fungo, si mettono a raspare tutto intorno sperando di scorgerne altri. E poi i fungaioli che girano con i sacchetti di plastica. Ormai lo sanno anche i bambini che vanno raccolti con i cesti di vimini così da far cadere le spore a terra e garantire la rinascita dei funghi».

E’ favorevole a norme più stringenti per la raccolta?

«Credo che stiano diventando necessarie proprio per garantire al bosco la capacità di ‘riprendersi’. E per garantire a chi della raccolta funghi ne fa un mestiere di avere una sorta di prelazione rispetto al cercatore occasionale».

Qualche settimana fa il suo collega di Fiumalbo, Mirto Campi, ha detto che riterrebbe giusto far pagare i soccorsi ai cercatori imprudenti che si mettono nei guai. Lei cosa ne pensa?

«Sono d’accordo. Chi va a cercare funghi e si mette in pericolo a causa della sua imprudenza deve pagare. Mica cifre incredibili, intendiamoci. Però credo che debba contribuire a rifondere almeno in parte il denaro che il sistema dei soccorsi della montagna è costretto a spendere».

Ultima domanda, Danti. Ci consiglia una buona zona dove raccogliere funghi buoni e in sicurezza?

«Non ci penso nemmeno. Noi fungaioli siamo gelosi delle nostre zone. Posso soltanto dire che tutta la nostra montagna è territorio eccezionale per la raccolta. Poi, ognuno è giusto che si scelga la sua zona».