REDAZIONE PISTOIA

Unicoop. Fusione fatta. Il nuovo assetto

La fusione tra Unicoop Montagna Pistoiese e Bisenzio Ombrone a Maresca segna una nuova era per la cooperazione sulla Montagna pistoiese, puntando su competitività e gestione mirata senza compromettere i valori cooperativi.

La fusione tra Unicoop Montagna Pistoiese e Bisenzio Ombrone a Maresca segna una nuova era per la cooperazione sulla Montagna pistoiese, puntando su competitività e gestione mirata senza compromettere i valori cooperativi.

La fusione tra Unicoop Montagna Pistoiese e Bisenzio Ombrone a Maresca segna una nuova era per la cooperazione sulla Montagna pistoiese, puntando su competitività e gestione mirata senza compromettere i valori cooperativi.

Con la fusione per incorporazione della Unicoop Montagna Pistoiese in quella di Bisenzio Ombrone, finisce un’epoca che, almeno questo è l’auspicio, darà origine a un’altra storia della cooperazione sulla Montagna pistoiese. L’assemblea che ha sancito il matrimonio tra le due compagini si è tenuta nei giorni scorsi nei locali che si trovano sopra il punto vendita di Maresca, alla presenza delle presidenti, Paola Calamai per il sodalizio della pianura e Albarosa Nesti per quello della Montagna, entrambe accompagnate dai rispettivi vicepresidenti, Paolo Gelli e Alessandro Gigli. L’intento annunciato è quello di raggiungere una maggior competitività attraverso un più strutturato controllo di gestione e quindi l’abbassamento dei prezzi, tutti obbiettivi prodotti dalla fusione. Le due coop attualmente hanno un fatturato di 25 milioni quella Bisenzio Ombrone e 9 quella montana, numeri che si riflettono nella rappresentanza all’interno del Cda con 12 rappresentanti della Piana e 7 della Montagna pistoiese, questi ultimi saranno, la stessa Albarosa Nesti, Alessandro Gigli, Andrea Vaiani, Carla Strufaldi, Claudio Arcangeli, Moreno Seghi e Valerio Sichi. L’organo di governo prenderà possesso delle funzioni a partire dal primo gennaio 2025. A precisa richiesta è stato garantito il mantenimento dei tre punti vendita di Bardalone, Maresca e San Marcello così come i trentasei posti di lavoro. Un’attenzione alle zone con maggiori bisogni e con l’offerta più a rischio ma, come ha sottolineato Paola Calamai, il mondo della cooperazione ha anche valori diversi da quello del mero profitto.

Andrea Nannini