REDAZIONE PISTOIA

Un monumento per le due ragazze trucidate

Iris e Miriam vennero portate via dai tedeschi ritrovate sei mesi dopo: una nascosta sotto una catasta di legna e l’altra in un pozzo

Miriam Cardini aveva 15, Iris Stiavelli 21. Vivevano a San Lorenzo. La più giovane era sfollata da Livorno, in cerca di rifugio, insieme alla famiglia, dalla violenza della guerra. Iris, invece, lavorava a Pietrabuona. Era lei a tirare la carretta, in famiglia: il padre era morto alcuni anni prima, la madre era ricoverata in un sanatorio fiorentino, dalla quale non è più uscita. Aveva due fratelli più giovani: Lido, lo Spagnolo, aveva 19 anni, Loriana 15. Il 7 settembre del 1944 un gruppo di tedeschi le prese. Miriam fu catturata in quello che allora era il circolo di San Lorenzo. Iris stava tornando a casa dal lavoro. La avvertirono del pericolo, ma lei rispose "devo tornare a casa, mio fratello è a letto malato". Non rivide più né la casa né il fratello. Le amiche la videro caricata a forza sul carretto. Nessuno l’ha più rivista viva. I loro corpi vennero ritrovati sei mesi dopo, in una legnaia a pochi passi dalla scuola di Pietrabuona, in piazza della Croce, dove aveva sede il comando militare tedesco. Miriam era stata nascosta sotto la legna da ardere, i suoi resti furono drammaticamente scoperti da Ferruccio Procissi, che era entrato a raccogliere qualche ceppo per la stufa. I Carabinieri trovarono Iris. Erano stati chiamati perché in paese tutti avevano viste le due portate via a forza dai tedeschi, da qualche parte doveva essere nascosto anche il suo corpo. Era nel pozzo nero. Testimoni dell’epoca dicono che vi fosse stata buttata mentre ancora era in vita, e che per impedirle di uscire le erano state mozzate le dita delle mani. Una storia orribile, per molti anni passata sotto silenzio. Dino Birindelli, nel suo ‘Pescia cronaca 1940-1944’, dedicò a questo episodio poche righe, che tre anni attirarono l’attenzione di Emanuele Cutsodontis, gestore del circolo Arci Agorà di Pietrabuona, che attraverso documenti e testimonianze ha ricostruito i fatti. Da qui a decidere di realizzare un monumento per ricordare due vittime innocenti degli orrori della guerra, scolpito Silvio Viola nella pietra serena della Cava Nardini di Vellano, con la collaborazione del Comune di Pescia, della Pro Loco Il Castello Pietrabuona e il contributo di Banca di Pescia e di Cascina.