Un clic salva una vita. L’avventura di Piero un fotografo podista a caccia di defibrillatori

Grazie all’associazione "Regalami un sorriso" ha già distribuito 195 macchine e quasi tutte grazie alle immagini scattate durante la Pistoia Abetone. Undici le persone rianimate dall’inizio dell’impresa.

Un clic salva una vita. L’avventura di Piero un fotografo podista  a caccia di defibrillatori

Un clic salva una vita. L’avventura di Piero un fotografo podista a caccia di defibrillatori

di Lucia

Agati

Dietro alla scelta di dedicare tempo ed energia alle più nobili cause c’è, molto spesso, un momento doloroso che appartiene al passato, ma che ha lasciato un segno indelebile, e il desiderio che anche gli altri abbiano una possibilità. E’ questa la luce che guida un uomo infaticabile che ha inventato un sistema ingegnoso per raccogliere fondi per acquistare defibrillatori e salvare vite. Sono già undici i cuori che hanno ripreso a battere grazie a lui e grazie a tutti coloro che, per contribuire, hanno semplicemente acquistato una fotografia scattata durante una gara podistica, la Pistoia Abetone, per esempio. Lui è Piero Giacomelli, di Paperino, mitico quartiere di Prato, ma il suo raggio d’azione pistoiese è molto ampio. Le ultime consegne degli apparecchi sono avvenute tutte da noi e il cinquanta per cento della sua opera si svolge a Pistoia. Piero è nato a Paperino il 25 giugno del 1958, è sposato con Anna Maria, che lo affianca anche nella missione defibrillatori. E’ pensionato termotecnico e ha due figli, Marco e Lorenzo. Giornalista free lance scrive anche per La Nazione, per "Correre" e cura la rivista on line "Atletica Immagine". Dal 2002 è impegnato nella solidarietà e dal 2008 la sua creatura "Regalami un sorriso" è un ente onlus.

Come funziona la sua associazione?

"Siamo un agenzia fotografica senza scopo di lucro. Mettiamo le foto sul server e con i soldi che ricaviamo dalla vendita delle immagini acquistiamo defibrillatori, ma non soltanto: anche quattro ambulanze e altre dotazioni sanitarie, come le carrozzine, per esempio, ne abbiamo donate quattro recentemente all’ospedale di Pontedera".

Tuttavia siamo di fronte a un obiettivo diffuso...

"Sì. E’ qualcosa che va oltre la donazione del defibrillatore, è un’azione più capillare per diffondere la cultura della sicurezza anche, per esempio, attraverso la divisa fornita a tutti i giudici Uisp che sono figure fondamentali nelle corse podistiche".

Quante vite sono state salvate grazie ai defibrillatori acquistati con le vostre foto?

"Da quando abbiamo dato vita alla nostra associazione sono state undici le persone che sono state salvate con i nostri defibrillatori. La prima in assoluto fu a Montecatini, al Palaterme, durante una gara di ballo. Poi fu possibile anche incontrare la persona salvata e fu bello. Tre persone sono state salvate grazie all’apparecchio che avevamo donato alla Croce Rossa di Quarrata, tra cui un podista".

Affidare un defibrillatore è semplice?

"Non è una missione semplice, quella di salvare la vita di una persona che si accascia all’improvviso. Le persone che mettono in azione il defibrillatore devono essere adeguatamente formate. E’ efficace se si interviene entro quattro minuti e se le macchine sono a posto e quindi se è stata fatta una manutenzione accurata. Ci deve essere molta attenzione dietro e a volte non tutti se la sentono".

Piero, perchè ha deciso di intraprendere un progetto così?

"La vita, talvolta, ti mette di fronte a certe verità. Molti anni fa, nel 2000, sono stato ricoverato per un anno in un centro tumori. Ho potuto vedere molte cose, tante situazioni che mi hanno profondamente toccato. Una di queste il fatto che, accanto a me, c’erano persone che prendevano le ferie per potersi prendere cura di chi amavano. E allora mi sono detto: se ne esco voglio fare qualcosa che sia nelle mie corde per rendermi utile. La passione per la fotografia, per il podismo e per la comunicazione ha fatto il resto".

Quanti defibrillatori avete distribuito?

"Abbiamo già distribuito 195 defibrillatori e molti grazie alla Silvano Fedi con la Pistoia Abetone. Soltanto nel corso del 2023 abbiamo distribuito otto macchine tra Montecatini, Crespole, Agliana (alla ginnastica e alla scherma), tre alla Silvano Fedi e una alla Scherma Pistoia, con Luca e Gabriele Magni. L’obiettivo dei duecento defibrillatori è comunque raggiunto perchè a duecento siamo arrivati con il 5 per mille. Li ho già pronti".

Qual è il valore del podismo?

"E’ il podismo a trainare questa nostra impresa. Lo seguo volentieri e mi piace fare le foto. E’ un ambiente accogliente. Con l’associazione ci dedichiamo alle piccole manifestazioni, evitiamo quelle grosse perchè ci sono le agenzie fotografiche e non vogliamo essere loro concorrenti. Ma il calendario è estremamente ricco, si parla di 400 eventi l’anno tra Prato, Firenze e Pistoia e poi ci spostiamo anche nelle altre città della Toscana".

Ma è anche la sua passione per la fotografia che l’ha portata così lontano...

"Sì. Mi ha dato tante soddisfazioni. Le foto del record italiano alla Maratona di Valencia di Sofiia Yaremchuk sono le mie. Come fotografo seguo le maratone internazionali di Berlino, Atene, Praga, Valencia, Gran Canaria e Lanzarote".