REDAZIONE PISTOIA

"Un calvario il rientro dopo la sospensione"

Operatrice Asl aveva avuto il Covid (due volte) ed era in attesa della prima dose di vaccino. "Il percorso di reintegro non è chiaro"

La mail con cui l’avvisavano che era stata sospesa dal servizio è arrivata sulla sua casella pec poche ore prima del suo rientro al lavoro, dopo le ferie di agosto, ed è stata per lei una doccia fredda. Appena il tempo di capire cosa stava accadendo e l’operatrice sanitaria pistoiese, dipendete dell’Asl, ha iniziato subito a contattare chiunque potesse darle delucidazioni. Non passa neanche un giorno dalla notifica della sospensione e l’operatrice decide di recarsi subito all’hub della Cattedrale ex Breda per ricevere la prima dose di vaccino.

"Sono andata senza appuntamento – racconta – e ho parlato con un medico che mi ha consigliato di fare una sola dose, intanto, per maggiore copertura, avendo avuto il Covid e avendo gli anticorpi alti. Il medico mi fissa l’appuntamento per la seconda seduta e mi dice che avremmo valutato il da farsi, in base ai miei anticorpi". Appena tornata a casa, la signora invia tutta la documentazione all’Asl, della vaccinazione eseguita e dell’appuntamento fissato per la seconda dose. A quella mail, però, nessuno risponde e inzia il calvario della dipendente. Un percorso tortuoso, per ottenere il reintegro in servizio, anche perché dalla comunicazione via pec, l’Azienda come da prassi aveva sospeso anche lo stipendio.

"Ho dovuto affidarmi a un consulente del lavoro, che ha seguito la mia pratica – spiega – e solo allora sono venuta a scoprire che esiste una Commissione Asl preposta alla valutazione di ogni singolo caso di dipendenti inadempienti riguardo l’obbligo vaccinale. Ma io mi ero già messa in regola e avevo diritto di rientrare in servizio. Anche perché se non avessi avuto la sospensione, sarei rimasta in servizio anche durante il tempo tra la prima e la seconda dose di vaccino".

Ma su questo punto sembra che le informazioni non siano così facili da reperire. "Ho saputo di colleghi in servizio in altri ospedali che erano tornati al lavoro dopo la prima dose di vaccino, ma per me non è stato automatico". Visto che i tempi si allungavano, la donna decide di anticipare l’appuntamento per la seconda dose di vaccino, ma quando si reca nell’hub il medico vaccinatore le dice che in base alla sua valutazione l’operatrice non necessita della seconda dose, e attesta che la ’sua procedura per Covid’ è completa a partire dalla data della somministrazione della prima dose. Tutta la documentazione viene nuovamente inviata all’Asl, che rivaluta la richiesta reintegrando la dipendente dopo oltre un mese di sospensione, stabilendo anche il versamento dello stipendio dalla data successiva all’adempimento dell’obbligo vaccinale.

"Quello che mi ha fatto stare male è stata la mancanza di risposte – spiega l’operatrice – il fatto che nessuno mi desse una spiegazione o mi indicasse un percorso chiaro. Ho lavorato sempre, anche nei difficili mesi in cui è scoppiata la pandemia, ho avuto il Covid prima nel 2020 e poi pochi mesi fa, ma sono tornata in servizio appena mi sono negativizzata. Questa vicenda però mi è pesata moltissimo: l’ho vissuta come una punizione che non penso di meritare"

Martina Vacca