Tutti insieme nella natura La magia infinita di Posola

Durante i mesi più caldi il paesino di Sambuca si accende grazie alla Pro Loco. Ma c’è anche chi non lo lascia mai e passa l’inverno con galline, lupi e volpi

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D’inverno a Posola non c’è quasi nessuno: non è nemmeno troppo difficile immaginarselo, abbarbicata com’è tra i boschi dell’Appennino pistoiese a mille metri di quota, lontano chilometri dal paese più vicino, Sambuca Pistoiese, comune di cui è frazione. Uno degli assidui abitanti è Giuseppe, detto da tutti "Peppun": un ometto gentile che anche con la neve alta un metro, ogni giorno va dalle sue galline e dai suoi polli per dare loro il cibo e controllare che qualche lupo non abbia fatto strage delle bestie che alleva. Quella che d’inverno è la casa di Peppun e pochi altri, ogni inizio estate si desta dal torpore e diventa mèta ambita per viandanti, avventurieri e persone che hanno scelto di ritagliarsi qui un angolino di paradiso verde. Tutto questo è Posola, paese dai due volti: estremo e glaciale d’inverno, fresco e caloroso d’estate. Perché questo ossimoro? Il fresco, è chiaro, viene regalato dalla quota di questo paese, che garantisce pomeriggi quasi sempre ben sotto i trenta gradi e sere incredibilmente gradevoli tutta l’estate: qui, il piumino non viene mai riposto nell’armadio e rimane sempre ben saldo sul letto. Il calore è quello sociale, che arriva ogni estate dai paesani raccolti attorno alla locale Pro Loco, la mitica Pro Loco di Posola appunto, presieduta dal geometra pratese Andrea Fabbri. Non serve tanto per essere felici: proprio la Pro loco, bar, bottega e pizzeria, tutto sotto lo stesso tetto e, ogni giorno, sulla stessa tavolata. Il resto lo fa il paesaggio, la tranquillità, cervi, cerbiatti e volpi che scorrazzano tranquillamente fra le case. Pure qualche intrepido lupo, di tanto in tanto.

Viandanti, turisti e paesani pranzano e cenano insieme, al fresco di queste montagne che fanno sembrare lontanissimi i quaranta gradi che fanno soffocare in pianura.

"Stare quassù è qualcosa di magico – racconta Antonio, pistoiese di origine e proprietario di una casa in paese –. Io ci vengo tutto l’anno appena posso, ma ammetto che d’inverno non sia per tutti. La neve arriva anche ad essere alta un metro e la tramontana può soffiare ininterrottamente per giorni". Anche la natura più inquieta, però, trova pace: "L’estate questo posto – continua Antonio – mostra il suo volto più dolce, più quieto. Il paese si anima, la società diventa un’altra dimensione rispetto a quella che c’è in città. Ci conosciamo tutti ed è sempre una festa, dove gli ospiti che passano in paese sono i benvenuti". Posola è un luogo di confine molto più di quanto la cartina geografica non dica: il paese è in provincia di Pistoia, ma l’Emilia è a un passo e la si sente eccome nelle parlate di tanti villeggianti che provengono dalla collina o dalla pianura emiliana. E a tavola, spesso, si discute di tortellini e di ragù, che in Emilia sono quasi una religione, mentre in Toscana più delle pietanze come tante altre. Posola ha vissuto tante storie: dallo spopolamento massiccio degli anni ‘70, quando tutti i posolani lasciarono casa per cercare fortuna in città, alla riscoperta turistica nel corso degli anni ‘90. Da un nuovo abbandono ad inizio 2000, fino alla riscoperta prima della pandemia, che ha isolato il paese. Ma ora la storia, ancora una volta, può continuare.

Francesco Storai