REDAZIONE PISTOIA

Tumore al fegato, nuove speranze al San Jacopo di Pistoia

Presto la collaborazione con il policlinico Careggi di Firenze

Tumore al fegato, nuove speranze al San Jacopo

Pistoia, 8 febbraio 2020 -  A soli due giorni dall’operazione Lorenzo nella sua stanza all’interno del setting chirurgico mangia seduto a un tavolo. Ha subito un intervento al fegato per metastasi epatiche e presto potrà fare ritorno a casa seguendo il percorso assistenziale, medico e infermieristico, indicato alla dimissione.

Dieci anni fa pazienti come Lorenzo erano inoperabili: oggi, invece, il suo caso non è isolato. “Sono in totale quaranta i malati affetti da metastasi che l’anno scorso abbiamo trattato nell’ospedale di Pistoia, garantendo un gruppo specialistico multisciplinare di elevata esperienza, attrezzature di tecnologia avanzata e volumi di attività che hanno sviluppato importanti abilità professionali” racconta il direttore dell’area chirurgica aziendale e della chirurgia generale del San Jacopo Sandro Gianessi.

La chirurgia epatica di tutta l’Azienda USL Toscana centro è stata centralizzata a Pistoia per la disponibilità di una équipe dedicata, coordinata dal dottor Massimo Fedi, che unisce principalmente competenze chirurgiche, anestesiologiche (Chiara Bondi), infermieristiche (Tania Fioravanti) , oncologiche (dottoressa Miriam Ricasoli) e di radiologia interventistica (dottor Luca Carmignani).

L’altro chirurgo esperto è la dottoressa Sara Riccadonna. “E’ grazie all’istituzione di unica Azienda e al dipartimento delle specialistiche chirurgiche diretto dal dottor Stefano Michelagnoli, se è stato possibile realizzare questo progetto che vede integrate anche le équipe che provengono dagli altri ospedali (in particolare dal Santo Stefano, Borgo San Lorenzo, San Giovanni di Dio, Santa Maria Annunziata): i chirurghi tutor condividono con noi, tramite la rete USL, le immagini diagnostiche per il consulto clinico a cui segue la loro presenza operativa nelle nostre sale; viceversa noi, per esempio, andiamo ad integrare l’équipe chirurgica del San Giovanni di Dio dove è centralizzata la patologia pancreatica”, ha spiegato Giannessi.

Ultrasuoni, elettrobisturi a radiofrequenza, ecografie imtraoperatorie, microonde e recentemente la colonna laparoscopia in Hd, 4K e 3D oltre al percorso di preospedalizzazione con esami di altissimo livello hanno innalzato la qualità degli interventi nella sala operatoria di cui è referente la dottoressa Federica Pellegrini. “Anni fa quello che stiamo facendo era impensabile; oggi grazie all’esperienza acquisita e alle notevoli dotazioni tecnologiche di cui disponiamo siamo in grado di intervenire anche nella chirurgia epatica maggiore, garantendo i migliori risultati, la sopravvivenza anche nel caso in cui sia necessario prelevare la metà del fegato e interventi sempre più personalizzati”, ha aggiunto Fedi.