
La loro macchina, una vecchia Fiat Panda, fece un volo di dieci metri giù nella scarpata. Per Enzo Bertocci, 82 anni, e per sua moglie Anna Paolini, 78, non ci fu nulla da fare: lui morì sul colpo, lei riuscì a sopravvivere solo per il tempo dell’arrivo dei soccorsi. A tre anni da quel tragico incidente, il 16 luglio 2019, sono stati rinviati a giudizio cinque ex dirigenti delle opere pubbliche del Comune di Pistoia. Dopo lunghe e accurate indagini svolte dalla Procura di Pistoia, è arrivata la decisione del giudice per le udienze preliminari Patrizia Martucci: i cinque ex funzionari dovranno affrontare il processo che li vede imputati per omicidio colposo, per la mancata manutenzione del ponte da cui i due anziani coniugi precipitarono. L’incidente, lo ricordiamo, avvenne in via di Santomoro, al’altezza di Candeglia, al cosiddetto "ponte dei carabinieri": la macchina uscì di strada, spezzando la ringhiera in ferro che delimitava la stretta curva e finendo poi nella scarpata e giù nel torrente Bure. Ma chi avrebbe dovuto controllare lo stato e la tenuta negli anni di quel guardrail?
Secondo la Procura di Pistoia, pubblico ministero Linda Gambassi, sostituita in aula da Leonardo De Gaudio, responsabili della mancata manutenzione su quella strada e dunque di quelle morti sarebbero i funzionari del Comune che negli anni precedenti avrebbero dovuto disporre i lavori di conservazione su quella strada.
Si tratta di cinque ex dirigenti, uno dei quali ha ricoperto quel ruolo solo per una sostituzione di un mesi: Maria Teresa Carosella, di Pistoia, che ricoprì quel ruolo dal primo gennaio 2015 al 28 dicembre 2017 e dal primo maggio 2018 al 16 maggio successivi; Simone Mannucci, originario di Empoli e residente a Firenze (dal 29 dicembre 2017 al 31 marzo 2018); Arnoldo Billwiller, di Pistoia (dal primo aprile 2018 al 30 aprile successivo); Fabrizio Lunardi, di Quarrata (dal 17 maggio 2018 al 31 ottobre dello stesso anno); e Maurizio Silvetti, residente a Prato, che, responsabile del settore in questione da novembre 2018. Il ponte che risale agli anni ’80 non avrebbe avuto poi alcuna opera strutturale successiva. In particolare, la ringhiera di contenimento del ponte avrebbe dovuto essere sostituita: quella presente al momento del’incidente non sarebbe stata idonea a fermare l’auto, che infatti precipitò nella scarpata e poi nel torrente.
L’udienza è stata fissata per il prossimo 14 luglio davanti al giudice Alessandro Buzzegoli.
Martina Vacca