Se non è uno scontro, poco ci manca. La tassa di soggiorno scalda gli animi dell’alta montagna. A lanciare l’allarme è Confcommercio, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al Comune di Abetone Cutigliano, subito dopo le due riunioni che si sono tenute nei giorni scorsi con le aziende del comparto turistico. "Le nostre imprese associate – scrive l’associazione di categoria – esprimono grande preoccupazione rispetto alla possibile introduzione di una tassa di soggiorno nel Comune di Abetone Cutigliano. Serve un tavolo di confronto per condividere tempi, modalità applicative e finalità. Riteniamo che una decisione di questo genere possa essere assunta soltanto mediante un preventivo processo di condivisione di tutti gli aspetti che la riguardano, che però non c’è stata. Il passaggio è fondamentale, perché a essere chiamate in causa sono le stesse imprese che poi dovranno gestire l’imposta. In questo modo, l’operazione rischia fortemente di diventare poco efficace, se non controproducente rispetto agli obiettivi di promozione e sviluppo turistico del territorio".
"Si rende quindi indispensabile – conclude Confcommercio – visionare e discutere insieme la bozza del regolamento di applicazione dell’imposta, incluse le modalità di applicazione del monitoraggio, la stima del possibile gettito e l’ipotesi di destinazione delle risorse raccolte. Solo così potremo essere certi che questo strumento sia veramente utile e sostenibile per lo sviluppo della montagna pistoiese".
Nei giorni scorsi sulla questione era intervenuto Simone Breschi, dell’hotel Miramonte di Cutugliano, che si era detto contrario all’imposizione di tale tassa. "Non si può estrarre il sangue da una rapa – aveva spiegato –: non si può paragonare le nostre attività a quelle di città come Viareggio o Firenze. A oggi, nel comune di Abetone Cutigliano, gli alberghi rimasti sono una quindicina e il loro numero è destinato a diminuire. Pensare che questa tassa sia giusta solo perché viene applicata ovunque è fuorviante: con quale coraggio possiamo chiedere anche solo un euro in più a chi sceglie di trascorrere le vacanze nelle nostre strutture? I servizi – concludeva l’albergatore – sono inesistenti, e quelli che resistono vengono garantiti dai proprietari delle strutture stesse o da azioni straordinarie di volontariato delle associazioni".
Davide Costa