Il cardine del racconto è la perdita. Quella atroce, il lutto, per un figlio mancato troppo presto. A viverla c’è una donna semplice, ma di grande forza spirituale, che farà del canto e della poesia la sua cifra distintiva, quella che le varrà un appellativo: la "poetessa pastora". Sulla montagna pistoiese non c’è uomo o donna che non conosca la sua storia. Una storia che in questi giorni si trasformerà in cortometraggio, complice un progetto che porta la firma di una giovane, Benedetta Corsini, 22 anni, di Legnano, laureanda in cinematografia all’Accademia Naba di Milano (Nuova Accademia di Belle Arti). Dal 18 al 25 ottobre Pian degli Ontani si trasformerà infatti in set, accogliendo una vera troupe che girerà tra boschi e abitato per restituire vita al personaggio di Beatrice e alla sua storia.
"Ho un legame molto profondo con le terre dell’Appennino tosco emiliano, col versante pistoiese specialmente – racconta Benedetta Corsini –. Mio nonno è stato uno dei fondatori del Centro Studi Beatrice di Pian degli Ontani. A lui, mancato due anni fa, ero molto legata e così alla figura di Beatrice, che sin da piccola è stata per me familiare. Non solo: la trovo vicina a me come figura di donna, per quel senso di riscatto e rivincita che si avvertiva forte. Una sorta di spirito guida per me insomma. Da qui l’idea di proporlo come progetto di tesi autofinanziato, un modo anche per ricordare mio nonno che mi ha sempre spronata ad andare avanti in questa mia ambizione non priva di ostacoli". In "Beatrice", questo il titolo del corto (della durata di venti minuti) che vedrà alla regia proprio Benedetta Corsini, non si ripercorre la biografia tradizionale della poetessa pastora, ma si parte dall’evento che ha segnato una svolta nella donna di Pian degli Ontani, la morte del figlio primogenito Giuseppe. Qui s’intreccia la storia della pastora con quella della giovane Benedetta. Il risultato è un corto in costume ispirato a metà del 1800 con parti non solo recitate, ma anche cantate in ottave da Clara Ceccarelli.
"Quando ho proposto il progetto ai professori che mi seguono in tesi ho raccolto entusiasmo – spiega ancora Benedetta –. Non conoscevano la figura di Beatrice e l’hanno apprezzata molto, non solo per il sottofondo storico, ma anche per quell’idea di rivalsa femminile. Essendo un cortometraggio in costume ci sarà spazio per arrivare ai festival e così abbiamo intenzione di fare: dopo le riprese e la fase di montaggio, conto che sia finito tra fine gennaio e inizio febbraio. È quello il momento giusto per candidarsi ai festival, italiani e non. Poi seguirà la discussione di tesi e, probabilmente, una proiezione pubblica per assecondare l’interesse del Centro Studi Beatrice. Sin da piccola ho il desiderio di percorrere questo cammino e ho la fortuna di essere stata sempre supportata dalla mia famiglia, il nonno il primis. Dunque per me Beatrice non è che l’inizio. E chissà che non ci sia la possibilità di rimanere in Toscana dove c’è davvero tanto da rappresentare, ma poche produzioni che diano voce e gambe a quel ‘tanto’".
linda meoni