
Spettacolo: cinquanta ibis sacri si sono posati tra Olmi e Barba
Erano già capitati dalle nostre parti negli anni scorsi, ma mai in uno stormo così compatto. Circa una cinquantina di Ibis sacri, domenica pomeriggio, erano in un campo, piuttosto visibili dalla Statale, vicino al piccolo ponte che collega con via di Mezzo, tra Olmi e Barba. A segnalarli è stato il presidente di Legambiente Quarrata Daniele Manetti, che non appena li ha scorti è tornato a casa a prendere la macchina fotografica e ha fatto alcuni scatti con il teleobiettivo. "Avevo già avuto modo in tempi passati di fotografare altri Ibis di quella specie – ha raccontato Manetti –, ma questa volta ho colto l’attimo quando quelli si sono addirittura messi in posa fra il vento che gli scompigliava le penne".
Uno spettacolo già insolito per la provenienza esotica di questo tipo di volatile, ma che il numero consistente di esemplari ha reso ancora più sorprendente. Si tratta infatti di un trampoliere originario dell’Africa e venerato nell’antico Egitto, dove pare che ormai sia quasi estinto. Cosa ci facciano allora questi eleganti uccelli dalle nostre parti, è meno misterioso di quello che si può credere. Benché abituati a un clima caldo, già da una ventina di anni questi volatili, "stranieri" rispetto alla specie autoctona detta "eremita", girano per l’Italia dopo esser stati importati per scopi ornamentali. Il loro arrivo però sta rischiando di mettere in crisi l’ecosistema degli ambienti paludosi, perché essendo molto prolifici tendono a prendere il sopravvento sugli altri uccelli soprattutto trampolieri che vivono negli acquitrini. Domenica scorsa questo stormo di ibis sacri, forse a causa del vento forte si era fermato a terra, a beccare e rovistare nel fango acquoso in cerca di insetti, di rane o di piccoli rettili, magari in ritardo sul periodo migratorio per questo autunno più caldo del previsto.
Daniela Gori