
"Se dovremo combattere, non ci tireremo indietro; vogliamo giustizia, certezza per la morte sul lavoro di mia figlia". Parole di Emma Marrazzo, la mamma di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni uccisa a maggio dagli ingranaggi di un orditoio in un’azienda pratese che a "Safety meets Culture", il forum sulla sicurezza sul lavoro promosso da CantierePro.com al Teatro dei Rinnovati di Siena per la prima volta ha accettato di parlare in un incontro pubblico.
"Non conosciamo i risultati della perizia del tecnico incaricato dal tribunale. Ci hanno detto che potranno essere resi noti fra qualche giorno. Aspettiamo, ma non stiamo fermi. Si devono far valere i diritti di chi perde la vita sul lavoro". A Siena, la mamma di Luana è arrivata con Andrea Rubini, consulente nominato dalla famiglia. "Ogni nostra decisione – ha detto – è rinviata ai risultati della perizia". Ma con Emma ai Rinnovati, intervistata dal giornalista Giorgio Bernardini, c’erano le persone che hanno voluto testimoniarle sostegno. "Mia figlia è morta mentre faceva il suo dovere. Lavorava tutti i giorni, otto anche dieci ore. Pensava al figlio, al fratello disabile. Era solare, bella. È diventata un modello per la sicurezza sul lavoro, ma non può essere solo un simbolo: deve essere un esempio perché simili incidenti non accadano più. Occorrono più controlli veri. E invece sono passati quattro mesi dalla sua morte ma la situazione non è cambiata. Ogni giorno si continua a parlare di morti bianche".
Dolore, battaglia ma anche tanta solidarietà. "Mi ha sorpreso il grande affetto. La raccolta fondi attivata da La Nazione è stata una grande azione: una manifestazione di affetto che ci aiuterà economicamente. Mi sono arrivate lettere da tutta Italia, dall’Europa, dall’America, anche dalla Cina. Mi hanno intervistato giornalisti dalla Svezia". Ma qualcuno le ha anche voltato le spalle.
"La titolare dell’azienda dove è morta Luana mi aveva detto che ci sarebbe stata vicino, ma invece non si è fatta più sentire. Anche i colleghi sono scomparsi. Luana non si sarebbe mai comportata così. Se qualcosa non era giusta, non stava zitta".
Emma Marrazzo ha di nuovo parlato del lavoro di Luana. "Mia figlia era un’apprendista ma non era assistita da nessuno. Gia prima dell’incidente, il suo golf era stato assorbito dall’orditoio. Suo padre le aveva detto di premunirsi, ma lei non voleva perdere il lavoro. Era senza grembiule o camice. Si è dovuta comprare le forbicine per tagliare i lacci della macchina. Sono molte le ombre che dovranno essere chiarite".
Antonella Leoncini