
E’ diventato il settore trainante dell’economia pistoiese, soppiantando oramai da diversi anni il manifatturiero grazie al boom di strutture ricettive che si sono diffuse ovunque oltre al gran numero di alberghi di Montecatini Terme e nuove attrazioni nel capoluogo. Ma non per questo le problematiche sono assenti nel settore turistico, specialmente per quanto riguarda i lavoratori, spesso precari – per non dire stagionali o a chiamata – che si trovano a dover fare i conti con situazioni spiacevoli e senza diritti. Per questi motivi, la Filcams-Cgil ha dato il via ad una campagna di informazione e sensibilizzazione sul territorio dal titolo "Il turismo sottosopra" che ha visto il primo appuntamento nel pomeriggio di ieri in piazza San Francesco e proseguirà il prossimo 20 luglio a Montecatini per poi finire, il 28, a Prato. Del resto, secondo gli ultimi dati forniti, nella nostra provincia sono circa un centinaio le vertenze aperte (solo con la Cgil) di lavoratori che sono occupati nel terziario, con maggioranza dei casi che riguardano la zona di Montecatini.
"Con questa iniziativa vogliamo rovesciare la prospettiva e guardare il turismo non dal punto di vista di chi arriva da noi a soggiornare ma da quello di chi ci lavora – afferma Caterina Ballanti, segretaria generale della Filcams-Cgil di Pistoia e Prato – visto che si tratta di un settore occupazionale fortemente contraddistinto dalla precarietà e irregolarità. Non a caso uno dei nostri slogan di queste giornate sarà ’Ci siamo anche noi’, per cercare di abbattere le lamentele che arrivano sempre di più dalle imprese, e condivise in larga parte anche dalla politica, sulla mancanza di addetti. La nostra risposta, di fronte a queste continue accuse, è semplice: se venissero fatti contratti di lavoro regolari, e soprattutto rispettati, gli addetti si troverebbero senz’altro".
Proprio da piazza San Francesco un gruppo di iscritti al sindacato si sono mossi, poi, per le vie del centro storico lasciando nei bar ed esercizi legati al terziario materiale divulgativo sulla problematica. Come, per esempio, il volantino "Io sono qui se…" per porre l’accento sulle condizioni del contratto di lavoro, spesso calpestate. "Dobbiamo fare i conti con la riforma del 2015 con l’arrivo della Naspi (contributo per la disoccupazione, ndr) – conclude Ballanti – che è fortemente penalizzante, rispetto alle misure in vigore precedentemente, per chi lavora solo sei mesi ed è coperto per il 50% del periodo di impiego".
Saverio Melegari