REDAZIONE PISTOIA

'Badante assunta regolarmente. Ci ha chiesto oltre 51mila euro'

La storia di una famiglia: «Umiliati pur avendo rispettato le leggi»

La badante è stata licenziata e si è rivolta al patronato per chiedere maggiori spettanze (foto di repertorio)

Pistoia, 19 ottobre 2018 - «Per sette anni ha lavorato come badante di mia madre. Regolarmente, con contributi pagati come da legge. Era diventata una di famiglia finché, dato che abbiamo dovuto trasferire la mamma in una struttura assistita, ci siamo visti costretti a interrompere il rapporto di lavoro. E’ stato allora che lei si è rivolta ai sindacati e, tramite uno di questi, è arrivata a chiederci oltre 51mila euro». Una storia come potrebbe capitare a chiunque abbia necessità di rivolgersi a una badante, quella raccontata da Grazia Nardini. La badante straniera alla quale, nel 2011, lei e le sorelle si erano rivolte per seguire la madre malata era stata regolarmente assunta. Aveva un contratto come convivente per 54 ore settimanali «e – sottolinea – in aggiunta alla paga sindacale avevamo stabilito anche un superminimo di 100 euro».

Tutto in regola, versamenti Tfr e ore di riposo compresi – secondo Nardini – e nessun problema finché, nel gennaio 2018, le condizioni di salute dell’assistita sono peggiorate al punto da rendere necessario un ricovero in una struttura. Di conseguenza, la famiglia ha dovuto chiudere il rapporto con la badante. «Le abbiamo anche detto – aggiunge Nardini – che era nostra intenzione corrisponderle, oltre a quanto previsto contrattualmente, una piccola somma di denaro a titolo di regalo per tutti gli anni passati con la nostra madre». La reazione è stata però ben diversa da quanto la famiglia si aspettava. La badante si è rivolta a due patronati dei sindacati: uno ha calcolato differenze retributive per circa 5mila euro, un altro è arrivato addirittura a stimare spettanze per 51mila e 152 euro. «E’ mai possibile che famiglie non benestanti, traumatizzate e sofferenti per la grave malattia di un proprio caro, dopo aver dato fondo a tutti i propri risparmi per far fronte all’assistenza che strutture pubbliche carenti non riescono a dare, ottemperando tutti gli obblighi di legge, devono poi anche essere umiliate, offese e oltremodo vessate?», si chiede adesso la famiglia.