Si allenta la pressione in terapia intensiva "Ma il mio timore è per il mese di ottobre"

Speranze e paure di Leandro Barontini, direttore della rianimazione del San Jacopo dove sono attualmente assistite sette persone

Da pochi giorni la situazione della terapia intensiva, riaperta dai primi d’agosto per assistere nella respirazione le persone colpite dalle forme più severe del covid, si è leggermente allentata rispetto alla settimana scorsa. Uno spiraglio, una piccola luce attraversata, instancabilmente, dai passi del dottor Leandro Barontini che da marzo 2020 veglia su quelle persone dalla vita sospesa, che lui addormenta e risveglia. In questi giorni il primario ha diffuso, su youtube, il suo secondo video. Cinque minuti per un accorato, ma pacatissimo appello alla prudenza e alla prevenzione, attraverso la vaccinazione. Lui, a Pistoia, è stato il primo a vaccinarsi. Ci ha dedicato qualche minuto del suo tempo, con la consueta, profonda, umiltà. E con schiettezza.

Qual è la sua lettura della situazione attuale?

"La situazione è ancora abbastanza complicata. La settimana scorsa eravamo particolarmente sotto pressione. Da qualche giorno lo siamo un po’ meno e spero che questa “ondatina“ possa scomparire. Quello che mi fa sperare è il vaccino, che certo non è una panacea, ma io non voglio fare a sassate con nessuno su questo tema e comprendo la paura, qualsiasi paura, da sempre. Anche se mi è difficile, tuttavia, pensare che si possa avere più paura del vaccino che non del virus".

Cosa si aspetta per i prossimi mesi?

"A metà ottobre vediamo quello che accadrà. Saranno nel frattempo cambiate le abitudini, i ragazzi saranno tornati a scuola...Certo, ci potrebbe essere un peggioramento, ma io ho fiducia".

Le sue perplessità?

"Sono tante le cose a cui dobbiamo pensare. Sento dire “tanto ci sono le cure domiciliari“. Ma è meglio ammalarsi, o non ammalarsi? Le cure vengono dopo. Meglio non ammalarsi secondo me. C’è anche il long-covid, dopo, che può colpire il cuore, il cervello, i reni, i polmoni. Ho visto persone che dopo sei-otto mesi dal covid, salgono le scale con il fiatone. Faccio fatica a comprendere le perplessità riguardo al vaccino. Ma siamo tutti sulla stessa barca e il problema si risolve non ammalandosi. E dico no a Guelfi e Ghibellini".

Cosa l’ha spinta a fare il video?

"Ho deciso di fare il video quando mi sono reso conto di una guerra in corso. E’ stata quella la molla: veder fare a cazzotti per una situazione che ci vede tutti coinvolti. Qui i danni sono per tutti. A luglio avevamo ripreso a pieno ritmo l’attività normale, potendosi dedicare anche agli altri malati, poi è ricominciato tutto".

Cosa chiede ai pistoiesi?

"Non entro nel merito delle scelte personali. Ma stiamo attenti e cerchiamo di non ammalarci. Osserviamo tutte le regole dettate dalla prudenza e che ormai abbiamo imparato a conoscere. Perchè quello che stiamo vivendo è legato anche a una sanità ridotta malamente e che il coovid ha fatto emergere in maniera devastante. E ci vorrà tempo, molto tempo, prima di riconquistarla".

Il virus ha la stessa aggressività di un anno e mezzo fa?

"Il virus non si è “rabbonito“, è tenuto a bada dalla prudenza. Colpisce, e fa male".

Lei doveva andare in pensione a gennaio 2021 e ha accettato di rimanere. Cosa farà?

"Sono libero di decidere quanto rimanere, e comunque fino a 70 anni. Ma sono stanco, e provato, e a volte mi chiedo se posso dare ancora qualcosa, o se ho già dato il massimo, e non sia il caso di lasciare spazio a energie più giovani".

lucia agati