Ottant’anni di Coldiretti. Un compleanno in emergenza: "Stop a cibi stranieri e fauna"

L’assemblea dell’associazione si è svolta alla Capannina di Bottegone, gremita di soci. Il presidente Tesi e il direttore Ciarrocchi: "Chiediamo misure per arginare questi problemi".

Ottant’anni di Coldiretti. Un compleanno in emergenza: "Stop a cibi stranieri e fauna"

Ottant’anni di Coldiretti. Un compleanno in emergenza: "Stop a cibi stranieri e fauna"

Una grande festa per un compleanno particolare, quello di Coldiretti, che compie 80 anni, ma anche un’occasione per riflettere sui problemi che riguardano il mondo agricolo, dall’etichetta di origine comunitaria su tutti i cibi, all’emergenza fauna selvatica. A Pistoia l’assemblea dell’associazione agricola si è svolta nei locali della Capannina, a Bottegone, gremita di soci che hanno affollato la sala convegni. Trasparenza, reciprocità, dignità, meno burocrazia e legalità è ciò che chiedono gli agricoltori alla nuova Europa, che uscirà dalle urne di giugno. "Non è più tollerabile – afferma il presidente di Coldiretti Pistoia, Fabrizio Tesi – assistere a scene come quelle vissute durante la protesta al Brennero una settimana fa, dove si è visto giungere prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura che, dopo l’ultima trasformazione, diventavano sostanzialmente prodotti italiani, con le importazioni di cibi stranieri che hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico. L’eliminazione del codice doganale per l’origine dei prodotti alimentari deve essere una priorità. Solo il cibo prodotto e trasformato in Italia può essere cibo italiano".

L’altra emergenza, che tocca molto da vicino le imprese agricole toscane e pistoiesi, è quella dell’invasione della fauna selvatica, per contrastare la quale Coldiretti chiede interventi immediati, da parte delle istituzioni, in primo luogo la Regione. "Al controllo degli ungulati – spiega il direttore di Coldiretti Pistoia, Francesco Ciarrocchi – è legato anche il problema della diffusione della peste suina. Noi faremo un pressing in tutte le Regioni, quindi anche in Toscana, affinché si facciano dei piani straordinari di controllo". Nella nostra regione i danni alle coltivazioni causati dagli ungulati – è stato spiegato - ammontano ad oltre 20 milioni di euro. A Pistoia a soffrire è anche il vivaismo. "Se fino ad alcuni anni fa – riprende Ciarrocchi – il problema dei cinghiali era relegato alle aree montane, oggi questo problema è sentito anche dai vivaisti, con danneggiamenti diffusi su tantissime aziende, con i vasi che vengono capovolti, causando il deperimento delle piante e un aggravio di lavoro. È necessario quindi riportare la presenza di ungulati ad una dimensione di normalità. Adesso ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria, per cui occorre mettere in atto alcuni strumenti straordinari per il controllo di questa fauna. Non servono grandissimi investimenti, ma occorre agire subito".

"Il problema della fauna selvatica – afferma il presidente Tesi – sta mettendo in ginocchio tutte le nostre aziende agricole, non solo quelle vivaistiche, anche perché non ci sono solo i cinghiali, ma anche caprioli e cervi. Un problema che si sta trasformando in una vera piaga sociale, perché porta all’abbandono dei territori da parte degli agricoltori, causando problematiche correlate, come quelle legate al meteo, di cui abbiamo visto le conseguenze anche recentemente con gli eventi alluvionali del novembre scorso".

Patrizio Ceccarelli