
Se cade il vincolo del terzo mandato. Cinque sindaci tornano ’candidabili’
L’iter legislativo, attraverso il Consiglio dei Ministri, è arrivato alla sua conclusione ed è molto probabile (la decisione è slittata alla prossima settimana) che cambi la geografia politica per quello che riguarda le amministrazioni locali: nei comuni fra i 5 e i 15mila abitanti ci potrà essere anche un terzo mandato per il sindaco, mentre sotto la soglia dei 5mila non c’è più alcuna limitazione. Una misura che, per rimanere nella nostra provincia, sarà già operativa a partire dalla prossima tornata elettorale dell’8 e 9 giugno (in coabitazione con le Europee) e potrebbe essere sfruttata da qualche primo cittadino per ricandidarsi ’a sorpresa’: i casi di specie sono Montale nella Piana, Lamporecchio, Massa e Cozzile e Pieve a Nievole in Valdinievole, nonché Sambuca Pistoiese sulla Montagna.
Partendo da quest’ultimo, unico caso sotto quota 5mila, il primo cittadino Fabio Micheletti arriva alla fine del suo secondo mandato consecutivo, il terzo nel complesso visto che era già stato sindaco negli anni Novanta. E adesso cosa succederà? "Dopo quindici anni complessivi, onestamente mi piacerebbe farmi da parte – ammette Micheletti – è necessario un ricambio generazionale che troverei fisiologico ma tutto questo deve avvenire con persone del luogo: non può arrivare qualcuno da Pistoia e pretendere di ricoprire questo ruolo dentro un territorio che non conosce e molto variegato. Ai quadri dirigenziali del mio partito l’ho detto: ho 65 anni, faccio l’avvocato, il mio percorso potrebbe anche essere esaurito. Comunque non faccio le barricate: valuteremo tutti insieme il da farsi. Di sicuro, per chi ha sempre avuto da criticare per ciò che non veniva fatto, adesso è il momento giusto per scendere dai balconi e mettersi in discussione".
Una ricandidatura lo porterebbe a traguardi record in provincia ma il via libera a questo cambio di regole non lo fa certo esultare. "Si tratta di un provvedimento resosi necessario per una crisi di vocazione nei confronti della politica – aggiunge Micheletti – e questo significa che la democrazia in Italia non è che se la passi così bene. Al tempo stesso, sono contrario ai limiti di mandato imposti per legge: se un sindaco gode del consenso della gente, anche per un lungo periodo, è giusto che possa ricoprire quel ruolo. La realtà di questi luoghi è presto detta: a Lizzano in Belvedere ci sarà una lista unica alle prossime elezioni, idem a Gaggio Montano, mentre a Castel d’Aiano l’ultima legislatura ha avuto un solo gruppo consiliare. E facile fare i sindaci a Roma, piuttosto che Firenze o Venezia: quassù, invece, c’è da lavorare…". Un’elezione che, fra l’altro, metterà al centro il tema della fusione per incorporazione di Sambuca con Pistoia o, come richiesto dallo stesso sindaco, con referendum di annessione all’Emilia Romagna. "Penso che questo problema dovrà essere la priorità assoluta dell’agenda del prossimo sindaco, chiunque esso sia" conclude Micheletti.
Scendendo di ’quota’, anche il sindaco di Montale Ferdinando Betti è alla fine del suo secondo mandato, essendo stato eletto sindaco la prima volta nel 2014 e la seconda volta nel 2019 sempre alla testa di una lista di centrosinistra. Alla nostra domanda sulla sua disponibilità a candidarsi per un terzo mandato ha risposto così: "Innanzitutto aspetto l’ufficialità del decreto sull’argomento. Una volta che ci sarà la certezza, se tutte le forze politiche che mi hanno sostenuto nelle precedenti elezioni me lo dovessero chiedere, prenderò seriamente in considerazione tale richiesta. Ma non sarò certo io a farmi avanti".
Il presidente della provincia Luca Marmo è invece scettico: "In linea di principio non sono favorevole al terzo mandato – dice l’attuale sindaco di San Marcello Piteglio, anche lui al secondo mandato (ma lontano dalla scadenza...) – perché dieci anni sono tanti, sufficienti per portare a termine un progetto. Capisco che ci possa essere una logica, del resto nei territori a bassa densità abitativa ci possono essere difficoltà anche a reperire chi voglia farlo, il sindaco. Dove ci sono le condizioni credo sia il caso di garantire il ricambio e dare corso al necessario rinnovamento, magari lavorando per far crescere in esperienza e consapevolezza una nuova classe dirigente che garantisca di saper governare il territorio al meglio dei bisogni dei cittadini. Dove queste condizioni non ci sono è il caso di farsene una ragione – conclude – e lasciar lavorare chi è disponibile".