Oltre 2,3 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Cecina nei confronti di due persone che sono state poste agli arresti domiciliari per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Le persone colpiote dai provvedimenti sono residenti a Prato e Pistoia. La Guardia di Finanza di Cecina ha infatti eseguito un provvedimento, emesso dal gip presso il Tribunale di Pistoia, che ha disposto 2 custodie cautelari agli arresti domiciliari a carico di Mirko Marchi, 50 anni di Prato, legale rappresentante della società Eurocommerciale s.r.l., e Giordano Fabbri, 70 anni domiciliato a Quarrata (Pistoia), quale amministratore di fatto della ditta, per ‘dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti’ ed ‘’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti’, nonché il sequestro preventivo di oltre 2,3 milioni di euro. I provvedimenti riguardano attività di indagine portate avanti tra il 2020 e il 2022 dalle Fiamme Gialle di Cecina, con il coordinamento e direzione dell’autorità giudiziaria.
Nel corso degli approfondimenti effettuati dai militari è emerso un vorticoso giro di fatture false che ha coinvolto decine di società cosiddette ‘cartiere’ (inesistenti eo inattive nella realtà, utili solamente - appunto - ad emettere carta, cioè fatture edocumenti mendaci), tanto italiane quanto estere; quest’ultime ubicate in Francia, Belgio, Ungheria ed Austria. A supporto della fondatezza delle violazioni emerse, i finanzieri nel corso di diverse perquisizioni ed approfondimenti svolti nel tempo hanno rinvenuto diversi timbri e documenti falsi di società, utilizzati per attestare trasporti di merci in realtà mai avvenuti, riguardanti ingenti fittizie compravendite di materiale tessile. All’epoca le società svolgevano la loro attività nella zona di Cecina e dintorni.
Complessivamente, l’Iva e l’Ires evase ammonterebbero ad oltre 2,3 milioni di euro, nell’arco di un quinquennio.
A riprova delle violazioni emerse, i finanzieri nel corso di diverse perquisizioni ed approfondimenti svolti nel tempo hanno rinvenuto diversi timbri e documenti falsi di società, utilizzati per attestare trasporti di merci in realtà mai avvenuti, riguardanti ingenti fittizie compravendite di materiale tessile. Dagli accertamenti eseguiti, è emerso che la ditta non ha mai avuto alcuna unità operativa, personale diependente e automezzi necessari per l’esercizio della propria attività. Inoltre, ha omesso di presentare le dichiarazioni annuali ai fini delle imposte dirette dal 2016 fino a tutto il 2020. e non ha mai eseguito versamenti d’imposta negli stessi anni.