Ruscio, iniziato il processo. La relazione dello psichiatra

Il ragioniere, reo confesso dell’omicidio della madre Ottavina, in Corte d’Assise. Il consulente di parte: "Agì in uno stato di cortocircuito". Si prosegue a maggio.

Ruscio, iniziato il processo. La relazione dello psichiatra

Ruscio, iniziato il processo. La relazione dello psichiatra

E’ iniziato ieri mattina, davanti ai giudici della Corte d’Assise a Firenze, nell’aula bunker, il processo per il terribile omicidio di Ottavina Maestripieri, novant’anni, soffocata nel suo letto la mattina del 1 giugno scorso. Sul banco degli imputati siede il figlio, Patrizio Ruscio, ragioniere 60enne, reo confesso del delitto. Ruscio che si trova nel carcere di Prato dallo scorso 6 giugno, ieri era presente in aula, ed è apparso emotivamente molto fragile ma attento a tutto quello che accadeva. Nell’udienza di ieri, sono stati formalizzati alcuni passaggi importanti, ovvero l’accordo di far confluire tutti gli atti del corposo fascicolo dell’indagine, diretta dai sostituti procuratori Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi, nel dibattimento. Così come è stata formalizzata la rununcia ad ascoltare i testi dei pm e quelli della difesa. I legali di Ruscio, gli avvocati Francesco Stefani e Chiara Galli del foro di Firenze, hanno chiesto che sia sentito solo il professor Massimo Marchi, psichiatra fiorentino, che è stato nominato quale consulente di parte. In sostanza, secondo la sua perizia, Ruscio la mattina del 1 giugno avrebbe agito in preda ad uno stato emotivo significativamente alterato, ovvero avrebbe manifestato "un discontrollo comportamentale tipico delle reazioni da cortocircuito".

Nella prossima udienza, fissata per il 15 maggio, sarà ascoltato il professor Marchi, che illustrerà la sua perizia. Nella stessa data sarà presente Ruscio che potrebbe essere ascoltato, oppure scegliere di rendere spontanee dichiarazioni.

Ottavina Maestripieri fu uccisa la mattina del primo giugno 2023 mentre era ancora nel suo letto, nell’appartamento via Monteverdi (finito poi all’asta) dove aveva sempre vissuto, sopra la storica confetteria di famiglia, chiusa da tempo. Il figlio, che era agli arresti domiciliari, era uscito di casa prestissimo e l’aveva sorpresa ancora nel letto. I due avevano subito discusso: ancora una volta problemi di debiti, quelli del ragioniere, che doveva confessare alla madre di non riuscire a pagare l’affitto del suo appartamento. Tra i due, sicuramente, è scoppiato un litigio. Poi lui l’avrebbe soffocata, mentre lei cercava di difendersi, con tutte le sue forze.

M.V.