REDAZIONE PISTOIA

Rinascere dopo il dolore "La mia vita da pastora"

Dalla malattia la voglia di seguire i propri sogni, Rowena Giacomelli si racconta "Ho aperto la mia azienda agricola nel bosco del Montalbano che amo" .

Rinascere dopo il dolore "La mia vita da pastora"

I sogni – se tali sono – sono desideri così forti che dentro a un cassetto non puoi tenerli. Devi dar loro vita perché sennò "finisce che lì fanno la muffa". E così la svolta: prima gli studi, poi un lavoro in ambito socio-artistico, infine la diagnosi di una malattia, praticamente una sentenza che rimescola le carte sul banco. La vita quasi si ferma, il lavoro anche e dopo il tempo della cura per Rowena Giacomelli, allora neppure trentenne, arriva il tempo di dare corpo a quel sogno: infilare gli stivali ai piedi, vivere la terra, stare tra gli animali, accogliere, produrre, confortare. "Sono convinta che la malattia mi abbia donato come uno stato di grazia – analizza lei -. Diversamente forse non avrei avuto la spinta che ho avuto per buttarmi nonostante ci credessi molto". Tutto questo si è tradotto in ’Stirpe’ (www.stirpenelbosco.it, a breve on line) azienda agricola-casa nel bosco che nel Montalbano incontra la sua forza. Non senza coraggio e determinazione: "Non ci sono ragioni nel fare impresa oggi se non una forte vocazione – dice Rowena –, quella che ti fa andare avanti nonostante le notti in bianco. E poi tanta fortuna, compresa quella di trovare chi crede in te ed essere consapevoli che i cambiamenti arrivano improvvisi". Da una parte il ramo più prettamente agricolo con la produzione di due linee di olio Evo toscano, frutti dell’orto e degli alberi con trasformazione degli stessi interna all’azienda e il punto ristoro con ‘bottega’, dall’altra la parte più prettamente dedicata all’accoglienza rurale, declinata sotto forma di pernottamento nelle camere o nell’agricampeggio e l’accoglienza intesa come pranzi o cene in esclusiva (e prossimamente anche matrimoni, con l’iter che consentirà a ’Stirpe’ di diventare casa comunale) e infine l’allevamento e la trasformazione del latte.

Un po’ pastora, un po’ contadina – "imprenditrice non è che una conseguenza" – per arrivare fin qui Rowena ha versato lacrime e sudore, in uno slalom burocratico che avrebbe costretto alla resa chiunque. Non lei però: "Ciò che mi definisce è l’appartenenza al Montalbano, il mio essere raminga in cima a un monte. Così come i miei bisnonni, nonni e genitori, la mia ‘Stirpe’ appunto. Sapevo di appartenere a questo posto e non avrei potuto stare altrove, non avrei potuto fare altro".

Posta all’incrocio di quattro sentieri del Cai, Stirpe fa quasi stato a sé in questo luogo che vive a metà tra i comuni di Serravalle Pistoiese e Monsummano; è l’idea di quella casa nel bosco che prima di qui esisteva forse solo nelle fiabe. La fede di Rowena si chiama Montalbano e tra le sue certezze c’è quella che "con impegno riusciremo a portare reddito sul monte, dal bosco, creare una rete importante di turismo green, di benessere nella natura, di vita e vitalità nel bosco", anche grazie ad una mente che non si stanca mai d’inventare.

Tra i prossimi progetti made in Stirpe l’attivazione di campi estivi settimanali e le attività sociali con reinserimento lavorativo di alcune categorie svantaggiate. "Si stanno avvicinando molti pellegrini e camminatori, stanno scoprendo che c’è una nuova offerta sul Montalbano non slegata a tutto il ventaglio di attività per vivere il bosco, tour e-bike con noleggio, trekking e trial con guida sportiva, la possibilità di venire a fare pic-nic con l’utilizzo dei servizi e degli spazi. Credo non ci sia altra strada per la nostra terra se non fare rete. Le cose quassù funzionano, facciamolo sapere e iniziamo a collaborare. Diversi ma uniti". "Tra le cose che spero per il futuro – conclude Rowena – è poter lasciare Stirpe in mano a qualcuno e tra quei qualcuno, anche mio fratello Jacopo. Se Stirpe oggi esiste ed è quel che è lo devo ai miei genitori Rino e Viviana, a Renata, Vittorio, Dina, Duilio, Dorina, Lidio, Adolfo e Rosina, al mio compagno Alessandro che ha scelto di condividere con me questo viaggio". linda meoni