GIANLUCA BARNI
Cronaca

La favola di Remo Marchioni, il 90enne che sfida il tempo e sogna di incontrare Mattarella

Originario di Gaggio Montano, il campione master è pistoiese d'adozione. Presidente dell'Atletica Pistoia, parla dopo i successi tricolori in staffetta

Atletica master, Remo Marchioni sul podio (al centro con gli occhiali da sole)

Atletica master, Remo Marchioni sul podio (al centro con gli occhiali da sole)

Pistoia, 11 maggio 2025 – La vita del neo campione tricolore master di staffetta Remo Marchioni, classe di ferro 1935 (spegnerà le 90 candeline il prossimo 30 settembre), originario di Gaggio Montano, residente a Porretta Terme nel comune di Alto Reno Terme, ma per oltre trent’anni cittadino di Pistoia, ove è tuttora presidente dell’Atletica Pistoia, è un romanzo. Un romanzo al quale manca il finale agognato dal protagonista: l’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.

Il romanzo di Remo Marchioni, il 90enne che ha sfidato il tempo e sogna Mattarella

“Un incontro con un uomo che stimo molto, che chiuderebbe una vita sportiva meravigliosa: un incontro che credo, senza falsa modestia, di meritare” e, mentre lo afferma, si commuove: una lacrima gli solca il viso. Marchioni è uno dei “vecchietti terribili” dell’atletica nazionale: medaglie mondiali, titoli continentali, italiani e regionali toscani in serie, primati iridati nelle staffette 4x400 metri all’aperto, 4x200m e 4x400m indoor categoria M85. Ma è pure la persona che nel 1974 ha fondato la RM Costruzioni Elettroniche, un’aziendina modello di Porretta Terme che esporta in tutto il pianeta, anche in Giappone.

Lo raggiungiamo, telefonicamente, appena reduce dall’aver piantato 110 gerani ed essere subito dopo volato da amici alle Canarie, a ritemprarsi. Mi scusi, ma come fa a 90 anni? “Mangio poco, come un uccellino, e ho la fortuna di avere testa e gambe buone. In questo modo, a quest’età progetto tutte le gare a venire, i tentativi di record della nuova categoria M90. Corro a giorni alterni e quando non corro faccio palestra in casa: di tutto, dal sollevamento pesi con braccia e caviglie, dai manubri agli addominali. Faccio 20 flessioni senza battere ciglio. Vado a correre anche quando piove: è come se indossassi una corazza, non sento niente perché la corsa è una passione forte, fortissima. Passione, impegno, sacrifici. Nella vita bisogna cercare sempre di migliorarsi, essere sempre tra i primi: a volte ci si riesce a volte no, occorre tanta fortuna, se non ce l’hai è finita. Le radici dei Marchioni sono solide, robuste: pensi, ho un fratello Danilo di 94 anni, che si diletta ancora ad andare a funghi e tartufi, guida la macchina, è in perfetta forma, e una sorella Anna di 80, gemella di Paola, purtroppo venuta a mancare”.

Ha appena tagliato un traguardo prestigioso, l’ennesimo. “Lo scorso aprile ho festeggiato i 75 anni di attività agonistica. Le emozioni più grandi? Da master. La prima volta in pista, ai Campionati Italiani a Salerno, con una medaglia di bronzo negli 800 metri, il titolo tricolore nei 200m a Cassino nel 2015, quello continentale l’anno successivo ad Ancona nella staffetta 4x200m. Da giovane? Alcuni secondi e terzi posti nel cross, nei 10mila metri e nella mezza maratona. A proposito: a 63 anni, alla Maratonina di Pistoia feci registrare il tempo di un’ora 29 primi e 16 secondi: niente male, vero?”.

Dirigente Uisp da 25 anni (è stato presidente regionale toscano, oggi provinciale pistoiese, della Lega atletica, e consigliere del Direttivo nazionale), avrà avuto qualche momento d’impasse? “Un’unica volta, ho temuto: è accaduto dopo la seconda dose di vaccino anti Covid, nel 2021. Mi sono… paralizzato. Dolori fortissimi su tutto il corpo, febbre per molti mesi. Ma non mi sono abbattuto, perché, ricordi, la testa vale oltre il 50 per cento di ogni prestazione: quando grazie alla tachipirina il dolore diminuiva, uscivo di casa a correre. Non potevo non allenarmi, non volevo arrendermi”.

Mi perdoni se insisto: deve aver fatto un patto con il diavolo: qual è il segreto della sua longevità atletica? “La serenità. Le spiego: è da decenni che non fumo, non bevo alcoolici, mezzo bicchiere di rosso solo quando esco a cena fuori, mangio di tutto, ma poco di tutto. Più di 10 anni fa i medici avrebbero voluto che mi facessi la protesi al ginocchio destro: sono riuscito a scansare l’intervento. I dolori tornano a farsi sentire, una volta rientrato a casa. Rammenti: oltre al corpo, bisogna allenare la testa tutti i giorni”.

La testa l’ha portato a creare negli anni Settanta la RM Costruzioni Elettroniche. “Azienda attualmente diretta da mio figlio Davide, azienda piccola ma leader mondiale di apparecchi in radiofrequenza. Ci occupiamo di tutto quello che riguarda le trasmissioni radio, ma pure di apparecchi medicali e laser. Per fortuna, stiamo lavorando tantissimo. Oltre a mio figlio, ci sono 5 dipendenti, 4 uomini e una donna, tutti bravissimi. Tra questi, c’è un ingegnere inglese, un tempo addetto alle comunicazioni radio tra il muretto e Fernando Alonso, quando lo spagnolo conquistò il Campionato mondiale. Ho sempre cercato di creare un rapporto particolare tra titolare e dipendenti, simile al padre con i figli. Tutti allora hanno fatto la loro parte in maniera splendida”.

Vedovo di Carla, ha un altro erede, Daniele. È ancora abituato alla vita di paese. “Le voglio raccontare un aneddoto: sa com’è nei bar di paese? I giovani passano il tempo a sfidarsi. Qualche tempo fa, ne vidi alcuni intenti a duellare a forza di flessioni. M’intromisi: ‘ragazzi, potrei partecipare anch’io?’. Mi scrutarono e iniziarono a ridacchiare, dandomi però la possibilità di provare. Sono ancora a chiedersi come abbia fatto a batterli”.

In attesa del sogno-Mattarella (“Non demordo: ce la farò a incontrarlo”), chiude con due ringraziamenti. “A due persone speciali: a Marco Palmieri, presidente della Piquadro, un uomo d’oro a cui, da ragazzo, ho insegnato a correre, e a Gianluca Pavanello, amministratore delegato della Macron, conosciuto nel corso di un evento pubblico a Porretta Terme, venutomi a trovare in ditta. Mi regalò un borsone di materiale sportivo, che uso regolarmente: quel materiale sportivo mi ha portato fortuna”.

Gianluca Barni