Quando il posto c’è... La ricerca di lavoratori diventa un affar serio: aspettative cambiate

Il ristorante Da Mizio ha bisogno di un cameriere e un assistente in cucina Il panificio, Temperani invece di un fornaio, una commessa e un corriere che consegni il pane a domicilio. Annuncio aperto anche al bar Giulia

Prosegue l'emergenza lavoratori

Prosegue l'emergenza lavoratori

Pistoia, 17 marzo 2023 –  Aaa cercasi personale a Pistoia, intesa sia come comune che come provincia. Ristoranti, bar e non solo: cambia il tipo di attività, ma non la necessità di trovare lavoratori. Missione questa che in diversi casi diventa a dir poco proibitiva, alla luce dell’offerta non sufficiente sul mercato locale. È il caso ad esempio del ristorante Da Mizio in via Pacinotti.

"Stiamo cercando personale in vista della stagione estiva, quando apriremo anche la parte esterna e il lavoro aumenterà. Ci servono, in particolare, un cameriere e un assistente in cucina – spiega la titolare Barbara Niccolai –. Tuttavia stiamo incontrando non poche difficoltà: malgrado un diffuso passaparola, i colloqui svolti finora sono stati pochissimi. Offriamo ovviamente un regolare contratto, siamo chiusi la domenica e l’orario di lavoro non sfora mai la mezzanotte: tutti particolari che dovrebbero incentivare i potenziali candidati".

Eppure non è così. "Al momento stiamo provando a moltiplicare gli sforzi a livello familiare, ma in vista della bella stagione non può essere sufficiente. Il profilo giusto? Ci basta che abbiano un minimo di esperienza pregressa o, in caso contrario, che siano disponibili a imparare rapidamente. In passato ci siamo trovati molto bene con i giovani, specialmente studenti, ma adesso fatichiamo a trovare profili ed è un problema reale, perché il periodo che va da aprile a settembre si preannuncia molto intenso".

La musica non cambia ascoltando la testimonianza di Paolo Temperani dell’omonimo panificio di Massa e Cozzile. "Riscontriamo ormai da tanto tempo una grave difficoltà a trovare addetti in tutti gli ambiti del nostro lavoro. Avremmo bisogno di un fornaio, di una commessa e di una persona che consegni il pane. Offriamo regolare contratto, ma non riusciamo a colmare la lacuna. La causa principale? Immaginiamo che si tratti degli orari sacrificanti che questo lavoro comporta".

Secondo Pierluigi Lorenzini, presidente provinciale di Confesercenti e titolare del bar Giulia in via Fermi, la questione è più profonda. "Credo sia un problema culturale. I ragazzi, anche giustamente, cercano occupazioni di livello, mentre quello nei pubblici esercizi è più un lavoro di fatica. È comprensibile che chi si è laureato provi a intraprendere percorsi professionali più attinenti a ciò che ha studiato. Poi però vengono a crearsi queste situazioni". Chi è riuscito a venirne a capo, non senza difficoltà, è Massimiliano Michelozzi, di Michelozzi Arreda Quarrata.

"Volevamo un ragazzo da formare e inserire gradualmente in azienda, come montatore. Dopo lunghe ricerche abbiamo individuato una serie di profili, abbiamo optato per un ex falegname che si è detto disponibile a cimentarsi con questo mestiere. A mio avviso, ci sarebbe bisogno di un maggior numero di corsi formativi sul territorio affinché i giovani possano imparare almeno le basi del lavoro, per dare maggiore forza alla loro candidatura".