MARTINA VACCA
Cronaca

Processo sulla Giostra dell'Orso: il consulente smonta le accuse

"Non fu inflitta sofferenza ai cavalli, perché l'anestesia avrebbe prolungato l'agonia". Spunta un altro veterinario: richiesto un confronto

Giostra dell'Orso 2017 (Foto Castellani)

Pistoia, 1 marzo 2018 - «NESSUNA sofferenza è stata inflitta a Golden Storming, il cavallo del rione del Drago, che si infortunò la notte del 25 luglio 2014 e poi fu abbattuto. L’iniezione di sedazione, infatti, avrebbe solo prolungato i tempi dell’agonia che invece è stata correttamente interrotta grazie alla iniezione letale, di Tanax, così come detta la procedura di emergenza. Quanto all’altro cavallo, Oracle Force, del Grifone, non c’è nessuna evidenza scientifica che dimostri una correlazione tra circonferenza degli stinchi e la frattura agli arti inferiori: oltretutto nessuno dei due cavalli si è rotto lo stinco, ma uno il pastorale e l’altro il radio».

 

E’ quanto ha spiegato nell’aula del tribunale di San Mercuriale, il professor Angelo Peli, veterinario e professore universitario, oltre che membro di varie commissioni scientifiche, tra cui il Comitato per la Protezione degli animali usati a fini scientifici. E’ stato lui, consulente della difesa, a smontare, punto per punto, l’impianto accusatorio nel processo per i noti fatti della Giostra 2014, richiamandosi alle Linee Guida dell’American Veterinary Medical Association, il regolamento 1099 del 2009 e il decreto legislativo 26 del 2014.

 

Secondo l’accusa, infatti, «Oracle Force», del Grifone, non avrebbe avuto i requisiti strutturali per gareggiare (avendo gli stinchi troppo sottili; solo 16,5 centimetri, contro i 18 da regolamento) e l’altro, il «Golden Storming» del Drago, sarebbe stato abbattuto senza la necessaria iniezione di sedazione, che gli avrebbe evitato una morte dolorosa. Sei gli imputati, tra medici e responsabili della manifestazione e dei cavalli: il reato contestato è maltrattamento di animali.

 

MARTEDI' è stata ascoltata anche Carla Rocchi, presidente della Protezione animali, che ha ricordato le regole fissate dal Palio di Siena per la misurazione degli stinchi dei purosangue, mai al di sotto dei 18 centimetri. Al riguardo, il dottor Peli ha spiegato che: «la misurazione degli stinchi effettuata a sei mesi dalla morte del cavallo, quando gli arti erano stati amputati e congelati, non poteva che dare un risultato falsato, dal momento che, già dopo due settimane di conservazione in una cella frigorifera, l’arto amputato perde turgore, massa muscolare e liquidi, diminuendo di un buon 7 per cento». Uno studio questo che è già stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale.

 

Gli avvocati della difesa hanno poi chiesto un confronto tra Nicola Biagini, responsabile nazionale della Fitretrec Ante, e Jetnor Troka, veterinario del Leon D’Oro e componente della Commissione per l’assistenza del pronto soccorso, indicato da Biagini come colui che fece l’iniezione letale a Golden Storming. «Non feci io quella iniezione», ha spiegato Troka ieri in aula, sostenendo di non ricordare i fatti, a distanza di 4 anni.