ANDREA NANNINI
Cronaca

Prigionieri della frana. Famiglia in difficoltà da tre mesi. Riaperto un vecchio sentiero

Due genitori e un bambino di Borghetto percorrono un tratto nel bosco per poter tornare a casa. L’Anas assicura che le risorse per il cantiere sulla Statale 66 ci sono e si attende l’inizio dei lavori.

Frana di Borghetto: sono passati tre mesi dal 27 febbraio, giorno in cui uno smottamento di terra si è portato via il breve tratto di strada che collega alcune abitazioni alla Statale 66, sempre più difficile da percorrere. Allo stato attuale quella di Borghetto rappresenta la prima delle interruzioni per chi da Pistoia si muove in direzione Abetone, tutte regolate da semafori che ne scandiscono il senso unico alternato e tutte fonte di disagio per coloro che quella strada la devono percorrere, per lavoro o per diletto, pendolari, escursionisti, operatori e chi più ne ha più ne metta. È notizia di questi giorni, ma era già nell’aria dagli inizi di aprile, l’apertura a breve del cantiere per il ripristino del muro franato e la conseguente "liberazione" della famiglia che vive a monte della frana e che si è trovata limitata tanto negli spostamenti quanto nei rifornimenti, subendo da questa sorta di arresti domiciliari soffici, anche un importante danno economico. L’Anas fa sapere che le risorse per fare i lavori sono a disposizione, la ditta che dovrà eseguirli è stata individuata, quindi la restituzione della strada al normale scorrimento del traffico, dovrebbe essere prima dell’estate. Evidentemente l’importo dei lavori è inferiore alla soglia di legge di 150mila euro, che avrebbe richiesto la pubblicazione di un bando e che avrebbe dilatato non poco i tempi d’intervento. Allo stremo delle forze, la famiglia che abita nella casa isolata dal cedimento della strada, sta facendo i conti con la scorta di gas giunta ormai al termine, perché il camion che dovrebbe rifornire il serbatoio non lo può raggiungere, oltre agli evidenti disagi per portare a casa anche i rifornimenti alimentari. La famiglia raggiunge la casa percorrendo un sentiero ripristinato per l’occasione, con il rischio, o meglio la certezza di incontri non graditi con abitanti del bosco che in quei luoghi ci vivono e magari non apprezzano molto l’andirivieni degli umani: "Mi è capitato di trovarmi un serpente in mezzo al sentiero, come di sentire i cinghiali a breve distanza. Siamo tre in famiglia, mia moglie e io che dobbiamo raggiungere il posto di lavoro e nostro figlio che invece deve andare a scuola. Quando verrà ripristinata la strada franata, ci sentiremo molto più sicuri". Anche per gli utenti di questa strada percorsa quotidianamente da un numero importante di mezzi e, dalla quale dipende una parte importante dell’economia della Montagna pistoiese, sarebbe una liberazione.

Andrea Nannini