
Il contributo di Pistoia per i 260 anni dall’ascesa al trono. Domani il primo incontro
Il suo fare e governare gli valsero il titolo di "sovrano illuminato". Fu grazie a lui che Firenze e la Toscana tutta si posero al centro dello scenario europeo per modernità e apertura. Un dato su tutti: nel 1786 la Toscana fu la prima nel mondo ad abolire la pena di morte attraverso il meglio noto Codice Leopoldino. Era il 18 agosto 1765 quando, con la morte del padre Francesco Stefano, a salire al trono del Granducato fu Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena. Sono passati 260 anni e in una Toscana tutta che si appresta a celebrare quell’anniversario e quella imponente figura toscana (con un calendario deliberato dalla Regione dopo un bando dedicato), anche la nostra città porta il proprio contributo attraverso Società Pistoiese di Storia Patria, Biblioteca Forteguerriana, Amici della Biblioteca Forteguerriana, Diocesi di Pistoia e il sostegno del Comune di Pistoia, a ricordare quell’impronta illuministica che portò in quegli anni a un ridimensionamento del potere ecclesiastico anche a Pistoia. Questa politica si inserì nella più ampia riforma giansenista della Chiesa toscana, culminata nel Sinodo di Pistoia del 1786, presieduto dal vescovo Scipione de’ Ricci. Il sinodo, ispirato agli ideali del giansenismo e al controllo statale sulla Chiesa, suscitò forti opposizioni e venne condannato dalla Santa Sede, ma rimase un episodio fondamentale nella storia religiosa di Pistoia.
Cinque sono le conferenze che vogliono riaccendere le luci sui legami tra il Granduca Leopoldo e la nostra città, tutte alla Forteguerriana, la prima delle quali si svolgerà domani (giovedì 25 settembre) alle 17 con Leonardo Rombai a raccontare de "L’apertura della strada ximeniana e i suoi effetti su Pistoia e la Montagna". Seguiranno poi Giulio Cretti con "La nuova giustizia territoriale: dal giusdicente cittadino al giudice professionale" (2 ottobre), Luca Mannori con "Nuova cittadinanza e nuove circoscrizioni: la riforma delle comunità del 1777" (30 ottobre), Alberto Coco con "La città e le riforme ricciane: l’opposizione a Ricci e la cacciata del ‘vescovo muratore’" (13 novembre) e Carlo Vivoli con "La Montagna pistoiese nelle relazioni di Pietro Leopoldo" (20 novembre).
"L’intenzione era offrire una panoramica dell’impatto delle riforme di Pietro Leopoldo in modo unitario e organico – spiega brevemente il professor Luca Mannori (nella foto) della Società di Storia Patria –, di cui molto nel tempo di è scritto. L’arco temporale che ricostruiamo attraverso le conferenze è quello che va dal 1765 al 1790. A supporto, anche una mostra con materiale documentale che abbiamo rimesso insieme non senza fatica con Alessandra Toschi e Sonia Bonechi. Un piccolo percorso che sarà visibile al pubblico dai primi di ottobre". Si aggiungerà uno spettacolo teatrale, anche questo dedicato al Granduca Leopoldo. Le conferenze sono tutte a ingresso libero e sono rivolte a tutti.
Linda Meoni