EMANUELE CUTSODONTIS
Cronaca

Pellegrini, la malattia e la rinascita: "Dalla pallavolo a mental coach. Attraverserò lo Stretto a nuoto"

Come allenatrice ha formato molte squadre. Dopo un periodo di cura, racconta: "Ho imparato molto" .

Alessandra Pellegrini, 37 anni, ha allenato formazioni sia maschili che femminili di tutta la Valdinievole, in tutte le categorie, dalla C regionale ai campionati provinciali

Alessandra Pellegrini, 37 anni, ha allenato formazioni sia maschili che femminili di tutta la Valdinievole, in tutte le categorie, dalla C regionale ai campionati provinciali

Era il 17 luglio del 2019. Una visita ospedaliera, dopo che da un autocontrollo le era parso di sentire qualcosa che non avrebbe dovuto esserci. E ad Alessandra Pellegrini cadde il mondo addosso. La diagnosi: carcinoma invasivo al seno, una notizia raggelante per tutti. Ancora di più per una ragazza di 37 anni, piena di vita, molto attiva nel mondo dello sport. Un volto molto noto, in particolare nel panorama della pallavolo. A ventuno anni allenatrice, aveva già guidato formazioni sia maschili che femminili di tutta la Valdinievole e non solo, in tutte le categorie, dalla C regionale ai campionati provinciali, oltre a tutti i gruppi dei vari settori giovanili, da Pescia a Cerreto Guidi.

"Mi sono resa conto che avevo delegato troppo la mia vita alla pallavolo- ricorda -la mia decisione è stata quella di usare quanto mi stava accadendo per cercare di portare un esempio positivo ai ragazzi con cui lavoravo, da una parte, mentre, dall’altra, fu quella di riprendere in mano tutti gli aspetti della mia vita che, fino a quel momento, avevo trascurato".

"Pian piano – spiega – sono riuscita a riprendere in mano alcuni aspetti della mia vita che avevo trascurato. Dopo 30 anni mi sono trasferita. Adesso sto facendo un percorso di formazione, per integrare la mia attività di allenatrice con quella di mental coach". E nel prossimo futuro ci aspetta una sorpresa. "All’interno di questo percorso, il formatore ha lanciato, a tutti noi che partecipiamo, una bella sfida: quella di attraversare a nuoto lo Stretto di Messina. Una sfida che si è rivelata tosta, soprattutto dal punto di vista mentale: in questi mesi di allenamento mi sono resa conto che stare lì, da sola, con la testa sotto l’acqua, e nuotare ti porta a pensare molto. E la testa, spesso, ti spinge a mollare".

Ma in ogni caso la sfida è stata accettata. "Ho accettato perché ho sempre avuto paura di nuotare in mare aperto, e quindi ho visto in questa l’occasione di affrontare questa paura, in compagnia di altre persone. Credo sarà più semplice, così, superarla. Saremo settanta, ci daremo forza l’un l’altro. E poi, circa un mesetto fa, ci è stata comunicata la data ufficiale: coincide con l’anniversario della diagnosi, il 17 luglio. In questo ho visto la possibilità di dare un nuovo significato positivo a questa data".

Emanuele Cutsodontis