
È stato durante la prima ondata della pandemia che si è iniziato a notare frequentemente il fenomeno dell’abusivismo in campo estetico e di acconciature. Anche con i centri estetici e i negozi di parrucchiere chiusi c’è chi ha fatto ricorso a gestori di attività abusive per ottenere una messa in piega, un taglio di capelli e così via. E non sono nemmeno mancate le segnalazioni alle forze dell’ordine con i successivi, e dovuti, controlli. Un problema, quello dell’abusivismo, esploso nuovamente in concomitanza con l’entrata della provincia di Pistoia in Zona Rossa. Oggi ad accendere i riflettori sul fenomeno affinché venga arginato è il presidente di Confartigianato Imprese Pistoia Alessandro Corrieri (nella foto) che con una lettera aperta chiede l’aiuto del presidente della Provincia e di tutti i sindaci. "Il fenomeno dell’abusivismo nei settori del benessere, estetica ed acconciatura è purtroppo presente da tempo anche nella nostra provincia – denuncia Corrieri – con tutti i suoi deleteri effetti".
Una situazione che si è "acuita in maniera intollerabile" proprio durante la pandemia e a causa delle "scelte sbagliate dei governi che si sono succeduti in questo periodo". Così facendo gli imprenditori del settore "si trovano ad essere penalizzati due volte, subendo una ingiusta chiusura delle loro imprese e registrando una ulteriore impennata dell’attività abusiva". Insomma oltre al danno la beffa. "L’abusivismo – aggiunge Corrieri – non è solo una odiosa pratica che toglie entrate fiscali allo Stat,o ma rischia seriamente di provocare la chiusura di molte aziende regolari soprattutto, ma non solo, nelle zone maggiormente svantaggiate come le nostre montagne". Senza contare i rischi del non affidarsi a mani esperte. "Coloro che si affidano ad operatori abusivi si espongono a danni importanti sul piano estetico e nel probabile caso di mancato rispetto dei requisiti igienico-sanitari anche a determinate malattie dell’intero organismo – si legge nella lettera –. Tutto ciò poiché gli abusivi spesso non lavorano in ambienti autorizzati, non usano prodotti controllati e tracciabili, non partecipano a corsi di aggiornamento". "L’appello che vi rivolgiamo è quello di alzare la guardia rispetto ad una azione di vigilanza, prevenzione o repressione nei confronti di tutti coloro che svolgono un mestiere senza essere autorizzati e senza avere quindi i requisiti previsti dalla legge", conclude il presidente di Confartigianato, rendendosi disponibile a individuare insieme alle istituzioni "interventi tesi a sensibilizzare l’opinione pubblica al non utilizzo di servizi non professionali".