DANIELA GORI
Cronaca

Occhio alla nuova truffa dei buoni sconto

Una telefonata per carpire la fiducia delle vittime, una firma per la privacy che è invece la sottoscrizione di un contratto d’acquisto

Truffe anziani

22 luglio 2021 - Si comincia con una telefonata a casa con la scusa di rispondere a un innocuo sondaggio, e poi si finisce con la firma su un contratto che obbliga a fare acquisti per migliaia di euro. E’ il raggiro del "catalogo e dei buoni sconto", l’ultima trovata nel campo delle truffe, che ha già mietuto vittime in diverse città.

"Le modalità nei vari casi sono simili, dopo un primo approccio telefonico le persone vengono irretite o con la scusa di buoni sconto per la spesa, o per visionare un catalogo per comprare articoli per la casa, sbandierando a voce che non c’è alcun obbligo di acquisto, ma carpendo invece per scritto una firma con la scusa del trattamento dei dati personali", come spiega Denise Sira Domenichelli (foto piccola in alto) presidente di Adiconsum Pistoia, dottoressa in economia e gestione di impresa, che è riuscita a fare annullare tutti i contratti di coloro che si sono rivolti alla sua associazione per farsi tutelare. "Il malcapitato – rileva – è praticamente costretto o a comprare i buoni spesa o a scegliere da un catalogo la merce di un’azienda italiana, pagando una caparra e poi rate per un totale di oltre 3mila euro e arrivare anche a 13mila euro in tre anni".

Le vittime sono principalmente anziane, ma ci sono stati anche casi di 40enni abbindolati dai modi subdoli e insistenti dei truffatori. "Invito chi ci è cascato a non vergognarsi, ma a venire da noi in Adiconsum dove riceveranno la tutela legale per annullare il contratto – prosegue Domenichelli – queste truffe sono realizzate da persone che sanno bene come carpire il consenso scritto lavorando sulla psicologia delle vittime, facendo leva sugli aspetti in cui si è più vulnerabili".

E infatti già dalla telefonata l’intento sottile del sondaggio è portare il "cliente" a convincersi che, a causa della crisi per la pandemia, è bene non fare acquisti sul web, ma comprare invece prodotti italiani. A questo punto si inserisce la richiesta di un appuntamento per la consegna dei buoni sconto come ringraziamento per aver risposto alle domande o per incontrare il rappresentante della ditta di articoli per la casa, ma in entrambi i casi, dopo una gioviale chiacchierata, sono azzerate le diffidenze del cliente che firma in sostanza un contratto-capestro. Ma la doccia fredda per la vittima arriva dopo una quindicina di giorni, trascorsi cioè i termini di legge per richiedere l’annullamento del contratto, quando scopre che, avendo firmato, c’è l’obbligo di acquisto.

"Una cliente mi ha detto di essersi messa a piangere, implorandolo di stracciare il contratto perché non avrebbe potuto spendere tutti quei soldi – conclude Domenichelli – il tizio, facendole credere di volerla aiutare, le ha estorto i 300 euro di caparra. Ma con il nostro intervento abbiamo fatto annullare l’impegnativa e le abbiamo fatto restituire anche la caparra".