REDAZIONE PISTOIA

"Niente quota depurazione se non ci sono impianti"

Cittadino batte di nuovo Publiacqua in tribunale: non bisogna pagare. La società condannata a saldare le spese e versare un contributo unificato

Non sono dovute le somme richieste da Publiacqua per la depurazione. E’ l’importante sentenza che arriva dal giudice Nicola Latour del tribunale di Pistoia dello scorso 29 giugno. In pratica è stato confermato quanto già deciso dal giudice di pace sul ricorso di Giovanni Carangelo, residente a Le Querci, che ottiene così il rimborso per la quota depurazione dal 2015 non essendo la zona di residenza servita da un impianto.

La causa aveva preso il via dal ricorso presentato al giudice di pace di Pistoia da Carangelo, patrocinato dall’avvocato Sandro Ponziani del foro di Perugia, al quale era stata addebitata, pur non essendo servito da nessun impianto di depurazione, la quota di tariffa relativa. Tale quota, tra l’altro, era stata richiesta anche a molti altri utenti, non serviti da depurazione, anche retroattivamente (con riferimento al periodo decorrente dal 2010 in poi), asserendo che "pur non essendo presente il servizio di depurazione, erano comunque stati avviati i progetti per i lavori relativi all’adeguamento del depuratore, e che pertanto la relativa quota doveva ritenersi dovuta". Il giudice di pace di Pistoia, Silvia Facchini, aveva però accolto quanto sostenuto dall’ avvocato Ponziani, con particolare riguardo al mancato rispetto della tempistica prevista per la progressione dei lavori, nonché alla "censurabile condotta di cattiva informazione dell’utente. Conseguentemente, il giudice aveva dichiarato non dovute tutte le somme richieste da Publiacqua.

Contro tale sentenza proprio Publiacqua aveva presentato appello al tribunale di Pistoia, sostenendo che il giudice di primo grado non avrebbe ben valutato la questione e che la depurazione doveva essere pagata anche se il depuratore non era stato messo in esercizio. La decisione di qualche giorno fa va contro la società, condannata al pagamento delle spese di causa e ad un ulteriore importo a titolo di contributo unificato. Si tratta di una decisione di particolare importanza, per tutti gli utenti di Publiacqua non serviti da impianti di depurazione funzionanti (che si calcola siano diverse migliaia).

"Siamo stupiti della sentenza – dicono dall’azienda – in quanto Publiacqua viene condannata per un ritardo nella realizzazione di un grande intervento di cui erano informati l’Autorità Idrica Toscana e gli altri enti interessati. Un ritardo, tra l’altro, non attribuibile a inefficienza dell’azienda".

Michela Monti