REDAZIONE PISTOIA

"Nessuna pressione di Nuti sui funzionari"

L’arringa dei difensori dell’ex assessore, accusata di tentata induzione indebita, ha chiuso la discussione del processo Bertinelli

Quella di ieri mattina in aula Signorelli, davanti al collegio presieduto dal giudice Alessandro Buzzegoli (a latere Alessandro Azzaroli e Paolo Fontana), dovrebbe essere stata la penultima udienza del processo che vede imputati l’ex sindaco Samuele Bertinelli, l’ex assessore Tina Nuti e la ex dirigente comunale Maria Teresa Carosella. Il pubblico ministero Linda Gambassi, nell’udienza del 21 dicembre scorso, aveva chiesto per Bertinelli l’assoluzione da tutte le accuse: dall’abuso d’ufficio per la vicenda Stefanelli perchè il fatto non costituisce reato, e dall’accusa di induzione indebita perchè in nessun episodio contestato era emerso, nel corso del dibattimento, il coinvolgimento dell’ex sindaco. Nessuna pressione. Bertinelli è difeso dagli avvocati Giovanni Sarteschi di Pistoia e Vittorio Manes di Bologna. Per la ex dirigente Carosella il pm aveva chiesto l’assoluzione dall’accusa di abuso d’ufficio. E’ difesa dall’avvocato Francesco Ceccherini di Firenze. Per l’ex assessore Nuti il pm Gambassi aveva chiesto la condanna a un anno e due mesi per tentata induzione indebita in riferimento a due episodi: per aver minacciato provvedimenti disciplinari verso la dirigente del servizio sviluppo economico Chiara Pierotti (la funzionaria negò l’autorizzazione all’uso di uno spazio gestito dal Comune per far svolgere qui un concerto in caso di pioggia nel maggio 2014), e per aver tentato di indurre la funzionaria Barbara Ferrone, anche lei del servizio sviluppo economico, a dare un parere positivo a un mercatino in Galleria Nazionale anche se i regolamenti non lo consentivano.

Ieri mattina, come a ogni udienza di questo processo che volge ormai al termine, tutti gli imputati erano in aula. L’udienza, che si è protratta fin quasi a mezzogiorno, ha visto le arringhe dei due difensori di Tina Nuti: l’avvocato Francesco Bevacqua di Firenze e l’avvocato Gianluca Lomi del foro di Pistoia.

L’avvocato Bevacqua ha dettagliatamente analizzato, dal punto di vista giuridico, i due capi di imputazione che gravano sull’ex assessore e che per la pubblica accusa assumono una condotta induttiva, pur tentata, nei confronti di Pierotti e Perrone. L’analisi di Bevacqua ha mirato a escludere che siano comunque stati idonei a concretizzare la fattispecie di reato. Quanto alla frase nei confronti della Pierotti l’avvocato l’ha definita: "Un richiamo di responsabilità e non una induzione. I suoi erano comportamenti finalizzato non all’indebito, ma al dovuto".

L’avvocato Lomi ha evidenziato la trasparenza sì, ma anche i vuoti e la labilità dei ricordi della Pierotti in aula, tali da non configurare una pressione così importante da procurare intollerabilità. Lomi ha concluso la sua arringa con un riferimento al Presidente Sandro Pertini e al suo discorso agli Italiani del 1979: "La Corruzione – ha citato davanti ai giudici – è una nemica della Repubblica e i corruttori devono essere colpiti senza nessuna attenuante e pietà. E dare solidarietà per amicizia o partito, significa diventare complici di questo reato. Ma qui –, ha concluso Lomi – non c’è corruzione, non ci sono soldi, nè affarismo politico, nè appalti, nè vantaggi economici. Soltanto provvedimenti per la città, per quartieri disagiati. Siamo ben al di fuori del quadro che descrisse Pertini". Il presidente Buzzegoli ha chiuso l’udienza con poche parole: "Abbiamo bisogno di tempo e di studio", e ha rinviato al pomeriggio del 22 febbraio 2022.

lucia agati