Nella foresta per curare lo stress La terapia piace anche al Ministero

Becheri ha allestito la sua ‘stazione pilota’ a Pian dei Termini: nel 2021 ha accolto oltre mille persone. L’accordo siglato ora con Roma apre al percorso di cura come modello da replicare in tutta Italia

Un ulteriore importantissimo passo per il riconoscimento della terapia forestale. L’ultimo atto del lungo percorso intrapreso da Francesco Becheri, psicologo pratese che si occupa di salute in natura, porta la firma in calce del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali che ha stretto una collaborazione per "la caratterizzazione e qualificazione scientifica delle aree verdi come fattori di prevenzione e promozione della salute, incluso lo sviluppo di stazioni di terapia forestale nel territorio italiano". L’idea è quella di realizzare sempre più aree immerse nella natura per curare ansia e depressione con gli alberi, le cortecce, i rumori e i colori del bosco. Pian dei Termini, la stazione pilota in provincia di Pistoia gestita da Becheri è capofila del progetto che ha l’ambizione di diffondere l’uso della terapia forestale quale cura per pazienti affetti da stress e ansia, ma anche per trattare i problemi comportamentali degli adolescenti. Un modo del tutto naturale per affrontare alcune della patologie più diffuse oltre che una maniera concreta per salvaguardare l’ambiente visto che l’idea che sta alla base del progetto è quella di creare sempre più stazioni di terapia in tutta Italia e non sono nelle zone boschive ma anche nelle città. "Stiamo cercando di definire e dimostrare i benefici che composti volatili e organici presenti nelle foreste possono avere sull’uomo", spiega l’esperto. "È come un immenso aerosol che porta benefici a livello di contrasto allo stress, migliora il tono depressivo, porta ad una riduzione dell’aggressività negli adolescenti. Ci sono percorsi specifici legati alla sindrome dismetabolica, nei diabetici, migliora la qualità del sonno e le difese immunitarie". Lo scorso anno sono state testate oltre mille persone che hanno svolto attività terapeutiche nella foresta: "Siglare questo accordo con il ministero è stato un passo molto importante perché riconosce un sito sperimentale dove testare pratiche migliori per ottenere un modello da replicare in tutta Italia", aggiunge Becheri che di recente ha avuto un’altra grandissima soddisfazione come unico relatore italiano invitato dalla Fao a Seul in Corea a parlare del suo progetto al XV Congresso mondiale sulle foreste.

Silvia Bini