Morte del campione di ciclismo. Il perito della difesa: "Fu la velocità"

Antonelli era tesserato per la Mastromarco Sensi Nibali di Lamporecchio

Morte del campione di ciclismo. Il perito della difesa: "Fu la velocità"

Morte del campione di ciclismo. Il perito della difesa: "Fu la velocità"

Il processo per la tragica morte del giovane campione di ciclismo Michael Antonelli, che si svolge davanti al giudice monocratico, ha visto ieri mattina la deposizione del consulente tecnico della difesa, il perito industriale Ugo Santini di Pistoia, esperto nella ricostruzione dei sinistri stradali. In base alla consulenza stilata per gli imputati, la caduta del giovane non sarebbe stata la conseguenza della pericolosità della curva, lungo la discesa del Monte Oppio, ma della eccessiva velocità con cui gli atleti stavano affrontando la discesa, e quindi non rispettando l’indicazione dei 50 chilometri orari e scendendo, secondo la ricostruzione del perito, a circa 80 chilometri orari. Elemento che, in base alla consulenza, solleverebbe gli organizzatori della gara dalle responsabilità. C’è poi un aspetto emerso dalla deposizione che ha suscitato le perplessità e le domande degli avvocati di parte civile. Santini aveva ricevuto l’incarico a processo già iniziato, nel novembre del 2023, e la consulenza era stata svolta soltanto sulla base degli estratti da Google Maps senza eseguire un sopralluogo sul posto. Una verifica che Santini, come ha spiegato in aula, aveva ritenuto inutile a cinque anni dalla tragedia. La curva, secondo il perito, consentiva la visibilità del muretto oltre la metà. Considerare la velocità degli atleti, secondo la parte civile è "rinnovere un argomento fuor di luogo", visto che il consulente ha comunque riconosciuto la pericolosità di quella curva, rilevando al contempo che non erano necessarie le protezioni. Il giudice ha ammesso poi il consulente medico di Unipol, quale responsabile civile, rinviato al 10 settembre per la chiusura dell’istruttoria e fissato un calendario che porterà alla sentenza entro la fine del 2024.

Imputati per omicidio colposo sono Rodolfo Gambacciani 71 anni, di Prato, quale direttore di gara e Gian Paolo Ristori, 82 anni, di Firenze, presidente della società organizzatrice, difesi dall’avvocato Nuri Venturelli, legale della Federazione ciclistica italiana. I legali di parte civile sono gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi di Rimini, che assistono la madre e il fratello di Michael e l’avvocato Flavio Moscatt, anche lui del foro di Rimini, che rappresenta il padre del campione.

l.a.