REDAZIONE PISTOIA

Mercati: ambulanti (abbastanza) soddisfatti

Baroncelli: "Le persone sono corrette, usano protezioni e rispettano le norme". E c’è chi regala ai clienti mascherine ’made in Florence’

Dal giretto fra i banchi, magari senza comprare ma solo per riassaporare un po’ di libertà, a chi ha le idee chiare sugli acquisti. I mercati aglianesi sono ripartiti con tutte le categorie merceologiche di ambulanti a posto fisso, il 20 maggio alla Ferruccia, poi il 21 e 23 al Bellucci, nel centro di Agliana. La ripartenza ha richiamato un buon numero di persone e registrato soddisfazione tra gli operatori dell’area Bellucci. Tra mascherine e guanti, gel igienizzanti per le mani o spray per la merce in vendita, clienti e operatori sembrano comunque adattarsi bene alla nuova normalità. "Le persone sono corrette, osservano le norme e usano le protezioni", riferisce Luciano Baroncelli dal banco Baroncelli calzature. C’è pure chi ha offerto una mascherina per ogni acquisto effettuato, come Simone Melani, anche lui del settore calzature. "Sono mascherine prodotte a Firenze, ho pensato di darle in omaggio al posto di un piccolo sconto, visto che sono necessarie". Critico con le regole del commercio ambulante in generale, indipendentemente dai problemi legati all’emergenza Covid 19, Franco Ducceschi, che viene da Prunetta e ha un banco di casalinghi. "Faccio l’ambulante da 54 anni, sono presente ai mercati nella Piana, a San Marcello e a Maresca – racconta –. Siamo stati fermi tre mesi e si riparte lentamente, ma il problema sono le regole. L’assegnazione del posto ai saltuari non tiene conto del settore merceologico e questo a scapito di tutte le categorie. Tutti i Comuni dovrebbero tenere in maggiore considerazione chi ha il posto fisso". Complessivamente c’è soddisfazione. "Siamo ripartiti con una buona affluenza, sia al mercato che in negozio – riferisce Gianna Guerra (Pita abbigliamento), affiancata dalla commessa Vanessa Giardino –. La cosa più importante è che le mie quattro dipendenti ora sono tutte al lavoro. Durante il lockdown le ho dovute mettere in cassa integrazione". "Ero pessimista, pensavo che le persone avessero paura – ammette Franco Scalzi (calzature) –, ma va abbastanza bene, anche se il lavoro è più lento degli altri anni nello stesso periodo". Claudia Russotto (tappezzeria) afferma: "Vendo articoli necessari per la casa e dopo il lungo periodo di chiusura ci sono molte persone interessate ad acquistare". Le fa eco Giovanni Carlesi (biancheria intima): "Ho articoli necessari e anche sicuri, perché venduti in busta o in scatola".

Piera Salvi