REDAZIONE PISTOIA

Massacrato a sprangate all’alba. Morte di Cini, chiuso il processo. Ultimi testimoni in aula bunker

Respinte le richieste di perizie integrative dei difensori di Daniele Maiorino, cognato della vittima. Si riprende il 17 luglio con la requisitoria del pubblico ministero. La sentenza è attesa per i primi di ottobre.

Daniele Maiorino viene condotto in tribunale dopo l’arresto. E’ accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà

Daniele Maiorino viene condotto in tribunale dopo l’arresto. E’ accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà

Il processo per il brutale omicidio di Alessio Cini, colpito a sprangate all’alba di lunedì 8 gennaio 2024, davanti a casa, in via Ponte dei Baldi, alla Ferruccia di Agliana, e poi dato alle fiamme con la benzina mentre respirava ancora, si è concluso ieri pomeriggio nell’aula bunker di Santa Verdiana, a Firenze, davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Silvia Cipriani. Accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, è il cognato di Alessio Cini, Daniele Maiorino, operaio di 59 anni, che abitava con la moglie e la figlia nella stessa villetta trifamiliare che era stata costruita dai suoceri. Maiorino è difeso dall’avvocato Katia Dottore Giachino del foro di Prato e dall’avvocato Fulvia Lippi del foro di Prato. Anche l’udienza di ieri, come le altre, era dedicata, e dalle nove della mattina fino alle cinque del pomeriggio sono stati ascoltati i testi a difesa. Sono stati sentiti la moglie e la figlia dell’imputato che hanno riferito sugli abiti indossati quel giorno dall’uomo, che non si sarebbe cambiato. Ha quindi testimoniato un commercialista per il quale Maiorino svolgeva lavoretti d’artigianato e che ha riferito sulla circostanza che l’uomo non riusciva ad alzare bene un braccio (elemento su cui la difesa ha puntato riguardo alla dinamica del delitto), e ha testimoniato anche la commercialista di Maiorino, riferendo in aula aspetti del reddito dell’imputato. La Corte, al termine delle testimonianze, ha quindi respinto tutte le richieste di perizie integrative che erano state presentate dalla difesa di Maiorino che aveva chiesto approfondimenti sul telefono del vicino di casa, sullo stato fisico del braccio di Maiorino e una perizia genetica sul vestiario del vicino. La Corte le ha respinte ritenendole meramente esplorative e quindi non decisive. L’istruttoria dibattimentale è stata quindi dichiarata chiusa e il processo riprenderà la mattina del 17 luglio prossimo con la requisitoria del pubblico ministero Leonardo De Gaudio, seguita dalle richieste della parte civile e le arringhe dei difensori. La figlia di Alessio, Vittoria, che ha seguito ogni udienza di questo processo, è rappresentata dall’avvocato Andrea Torri del foro di Pistoia, mentre curatrice speciale della giovane è l’avvocato Francesca Barontini del foro di Pistoia. La sentenza è attesa per il 2 ottobre 2025.

Alessio Cini aveva 57 anni ed era uno stimato tecnico tessile che lavorava da sempre alla Microtex di Prato. Dopo la separazione dalla moglie viveva con la figlia al Ponte dei Baldi. La casa era finita all’asta e pochi giorni prima della sua tragica morte aveva cominciato a cercare un appartamento in cui andare a vivere con la figlia. Tra i moventi dell’omicidio, secondo l’accusa, l’eredità che la giovane avrebbe potuto ricevere dopo la morte della nonna paterna. L’imputato, dopo la morte di Alessio, avrebbe avuto intenzione di chiederne l’affidamento.

l.a.