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Marco, il factotum della Doganaccia 2000 "La montagna offre davvero tante possibilità"

Un ambiente stimolante e una natura spettacolare "Basta la buona volontà"

"In montagna c’è sempre qualche lavoro da fare, la domanda non cala mai. Certo, non è da tutti avere forza e voglia di lavorare qui...". A dirlo è Marco Ceccarelli, uno dei factotum dell’azienda Doganaccia 2000 srl che, tra le altre cose, gestisce una serie di locali e rifugi proprio nella località montana posta al confine con l’Emilia Romagna. "Io vengo da lì – racconta Ceccarelli –, precisamente da Pavullo nel Frignano. Ho iniziato a lavorare a Firenze, poi insieme ai genitori siamo tornati in montagna nel 1992, alla Doganaccia. Piano piano l’azienda ha acquisito bar e strutture di Doganaccia e ora il mio lavoro è questo".

Qual è la sua mansione precisamente?

"Difficile dirlo. In montagna c’è sempre qualcosa da fare, è una dei primi insegnamenti che il territorio ti da: occorre assecondare l’alternarsi delle stagioni, il clima che può essere molto rigido e molto nevoso quest’anno. Bisogna essere pronti a tutto e, se uno una cosa non la sa fare, bisogna avere tempo e voglia di impararla a fare".

In generale, qual è l’obiettivo principale?

"Viviamo di turismo e non possiamo fare altro che accogliere le persone che fuggono dallo stress della città per stare da noi. È questo che dobbiamo fare. E per realizzare questo occorre educazione nei dipendenti, capacità nello stare al pubblico, nel sorridere, nel non far sentire il turista un peso. Credetemi, in alcuni posti succede e noi questo non possiamo permettercelo".

Come si impara ad essere lavoratori in montagna?

"Con l’esperienza e con la predisposizione mentale. Qua ci sono moltissime possibilità di lavoro, molte di più di quanto si pensi. Ovvio, non è come stare in fabbrica dove uno deve fare la stessa mansione tutto il dì: qui da noi non c’è routine quasi mai, occorre adattarsi, essere duttile".

E tra i giovani si trova questa duttilità?

"Spesso è molto complicato. Anche di recente un ragazzo bravissimo ha scelto di tornare a casa in città perché non se la sentiva più di stare in montagna. Non è da tutti, ed è un peccato perché lavorare quassù significa togliersi tante soddisfazioni".

Intende economicamente? "Non solo, anche da un punto di vista umano: qui alla Doganaccia si diventa parte di una comunità, si diventa punti di riferimento per il paese, come è successo a molte persone nel corso degli anni. Un villaggio che nei giorni di punta arriva a duemila persona... qui da noi se lavori diventi qualcuno, se sei operaio in fabbrica sei uno dei tanti".

Che consigli vuole dare ai giovani che si affacciano nel mondo del lavoro?

"Di avere il coraggio di mettersi in gioco e di provare cose nuove. Guai ad avere paura".

Francesco Storai