Maltrattamenti alla materna, la maestra davanti al gip. Era già stata condannata

L’avvocato: "Chiederemo i video. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere". Il precedente nel 2015: patteggiò una pena per abuso di mezzi di correzione

Pistoia, 24 aprile 2024 – Cappello calato sul viso e occhiali scuri, è uscita dal Tribunale di Pistoia ieri mattina intorno alle 12,30. Davanti al giudice per le indagini preliminari, Luca Gaspari, la maestra arrestata una settimana fa con l’accusa di maltrattamenti (articolo 572 del codice penale) sui bambini della scuola materna in cui insegnava, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. "Chiariremo ogni cosa – ha spiegato all’uscita dal tribunale il suo legale, l’avvocato Gerardo Marliani (nella foto) – ma prima abbiamo chiesto di poter visionare i video delle telecamere che i carabinieri hanno nascosto dentro la scuola". Riprese che sarebbero iniziate lo scorso 9 dicembre e sarebbero andate avanti fino alla metà di febbraio. Poi l’insegnante si era assentata per malattia ed è rientrata poco prima che scattasse la misura cautelare degli arresti domiciliari. "Presenteremo richiesta di riesame al Tribunale della libertà di Firenze – ha spiegato l’avvocato –, vista la misura particolarmente afflittiva, anche con l’applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un’insegnante anziana di sessanta anni, e che esercita questa professione da trent’anni. Laddove dovessero emergere gravi elementi di colpevolezza, riteniamo che una misura più idonea per una persona di questa età sia la sospensione dalla professione". Nel corposo fascicolo, oltre duecento le pagine degli atti d’indagine, si parla di grida e offese nei confronti dei piccoli, ma anche di strattonamenti e spinte. Condotte che l’insegnante però nega di aver mai usato sui suoi allievi, come ha spiegato ieri mattina l’avvocato Marliani.

"I video dovranno essere interpretati", ha chiarito l’avvocato. "La maestra mi ha spiegato di aver incontrato alcune difficoltà a gestire alcuni alunni forse meno disciplinati, alunni che vengono da lontano e che quindi vengono inseriti con fatica. Perciò, è stato necessario svolgere quello che è da sempre il ruolo dell’insegnante".

Ma c’è un particolare che emerge e che riguarda il passato dell’insegnante. Nove anni fa, nel 2015, la stessa maestra aveva patteggiato una condanna per il reato di abuso dei mezzi di correzione. All’epoca era più giovane, e le condotte contestate meno gravi, ma si tratta pur sempre di un precedente di cui si sarebbe forse dovuto tenere conto. Chi avrebbe dovuto vigilare sui suoi metodi negli anni a seguire?

“Oggi la maestra sarà giudicata per condotte che avrebbe tenuto in quest’ultimo anno di lavoro. Quindi non riteniamo che questo precedente sia dirimente per i fatti contestati", conclude l’avvocato. L’indagine, lo ricordiamo, condotta dai carabinieri sotto la direzione del sostituto procuratore Chiara Contesini, era partita dalla prima denuncia della famiglia di un bambino della scuola materna. Poco dopo, però, erano stati altri tre piccoli a lasciare quella classe: i genitori avevano deciso di iscriverli in un’altra scuola.

M.V.