Maltrattamenti alla materna, le riprese incastrano la maestra finita agli arresti domiciliari

Pistoia, due mesi di accertamenti dopo il racconto di uno dei bambini che rifiutava di andare a scuola. Dopo l’esposto dei genitori, le intercettazioni ambientali e l’installazione delle telecamere

Scuola materna (Foto di repertorio)

Scuola materna (Foto di repertorio)

Pistoia, 20 aprile 2024 – Il silenzio di un mondo incantato: gli alberi, il verde, le altalene e gli scivoli e soprattutto lo sguardo rassicurante di una piccola comunità che si sorveglia da sola, nella quotidianità di una vita che scorre a un ritmo più lento, dimenticato. È proprio nella scuola materna del borgo del Pistoiese, una manciata di anime, che martedì mattina i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Pistoia, nei confronti di un’insegnante, di 62 anni. La maestra (di cui omettiamo le generalità a tutela dei piccoli alunni) è finita agli arresti domiciliari.

Su di lei pesa l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei bambini che a lei erano affidati in quanto educatrice. L’indagine è partita due mesi fa, dopo il racconto di uno dei piccoli, che avrebbe descritto alla madre i comportamenti troppo severi della maestra. Si parla di strattonamenti e urla continue, in un clima che avrebbe generato paura tra i bambini. Un racconto accompagnato dal timore, cresciuto giorno dopo giorno nel cuore del bimbo, fino al rifiuto di andare a scuola. Un disagio così forte che avrebbe spinto la famiglia a iscrivere il piccolo in un altro istituto.

Così, dopo l’esposto di uno dei genitori sono state avviate le indagini, coordinate dalla Procura di Pistoia. Indagini, svolte dai carabinieri, che si sono avvalse di intercettazioni ambientali e telecamere, piazzate all’interno della scuola. Giorno dopo giorno sarebbero stati così raccolti elementi importanti per costruire il quadro che ha portato all’arresto di martedì mattina. Ma quell’assenza dell’insegnante dalla scuola non è stata subito notata. Da tempo, infatti, nella piccola cerchia di collaboratori scolastici, personale amministrativo e insegnanti, sembra fosse noto il clima di tensione che si viveva nell’istituto. Quelle sgridate troppo forti, per esempio, ma anche le continue sostituzioni negli ultimi mesi della maestra che, evidentemente, accusava un disagio.

"Qui ci sono supplenti in continuazione, ogni giorno si cambia insegnante", racconta sconfortata la mamma di un bambino all’uscita di scuola. E i problemi si sarebbero tradotti, nel tempo, anche in questioni burocratiche, come la necessità di sostituire di volta in volta quella insegnante problematica. Ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, a rischiare la propria serenità, potessero essere proprio i bambini. Una situazione evidentemente molto dolorosa se si considera che i fatti sarebbero accaduti all’interno di una piccola realtà dove tutti si conoscono e si frequentano, anche oltre l’orario scolastico.

"Non posso e non voglio commentare una vicenda così spiacevole prima che sia fatta piena luce sugli accadimenti", commenta il dirigente del comprensivo, che chiede innanzitutto che ora si consideri lo stato d’animo delle persone coinvolte e si metta al primo posto la serenità dei piccoli alunni. Massimo riserbo anche da parte del sindaco del paese.

D’altronde, Pistoia porta ancora nella memoria le ferite di un’indagine che ha fatto scuola in tutta Italia, quella sui maltrattamenti avvenuti nell’asilo Cip Ciop. Era il 2009 quando le due educatrici, Anna Laura Scuderi e Elena Pesce, furono arrestate dopo mesi di riprese video, catturate dalle telecamere nascoste nella scuola privata. Video che fecero il giro dei telegiornali nazionali, stimolando un lungo dibattito sull’opportunità di installare telecamere all’interno delle scuole e delle case di cura. Il processo a carico delle due maestre si è concluso con la pronuncia della Corte di Cassazione, che ha confermato le condanne a sei e quattro anni. Entrambe erano accusate di maltrattamenti ai bambini e delle conseguenti lesioni psicologiche subite dai piccoli.