
"Gli artisti hanno una strada privilegiata quando si tratta di avvicinarsi a Dio. La vita è fatta di avversità e solo capendo questo ci possiamo ritrovare nel cammino che ci porta al sacrificio di Cristo". Con queste parole ieri pomeriggio durante la funzione funebre nella chiesa di Santa Maria Annunziata a Quarrata i tre sacerdoti, don Roberto, don Marino e don Giacomo hanno ricordato Marcello Scuffi. Il pittore quarratino è venuto a mancare all’improvviso nella notte tra martedì e mercoledì nella sua casa di via Colecchio. Tanti, oltre ai parenti, gli amici di una vita, erano presenti all’interno e fuori dalla chiesa (per rispettare le norme anticovid). Tra le persone in chiesa anche amici che hanno condiviso nel tempo il percorso creativo e artistico con Scuffi, tra cui Salvatore Magazzini e Fabio Carmignani- Presente anche il critico e storico dell’arte Giovanni Faccenda, che aveva curato il catalogo generale dell’artista nel 2015.
Marcello Scuffi era nato a Tizzana nel 1948 e seppure da autodidatta si è dedicato, per una dote innata, alla pittura, diventando un artista apprezzato a livello internazionale. Una connotazione prestigiosa che gli è stata riconosciuta anche se non più giovanissimo, guadagnata nel tempo con originalità creativa e tecnica individuale, chiamata "strappi d’affresco". Per questo motivo amava definirsi un artigiano, più che un artista, perché l’opera per lui era frutto del lavoro paziente fatto con le mani. Ma il riconoscimento della sua arte gli era arrivato anche dai non addetti ai lavori dellla comunità quarratina di cui sentiva orgogliosamente di far parte, tanto da averne illustrato due anni fa lo stemma della bandiera. Quella stessa comunità che ieri, consapevole di aver perso un rappresentante di rilievo, si è recata in chiesa a portargli l’ultimo commosso saluto.
Daniela Gori