REDAZIONE PISTOIA

L’olio è stanco? No... esausto

Come l’olio che consumiamo può diventare pericoloso per l’ambiente. I comportamenti da evitare

L’olio che conosciamo abitualmente è quello di oliva ottenuto dalla spremitura di bellissimi frutti presenti nei nostri territori. La spremitura avviene mediante processi puramente meccanici in condizioni che non causano alterazioni dell’olio. Questa caratteristica lo rende un vero e proprio alimento naturale e con un profilo gustativo e aromatico unico. Esistono invece altri tipi di olio, tra cui quello esausto: un aggettivo che solitamente riferiamo ad uno stato d’animo, ma che in questo contesto si riferisce alla categoria degli oli usati. Fanno parte di questa categoria gli oli che provengono dagli scarti industriali, dalle automobili e che contengono residui di combustione e, infine, gli oli esausti solubili, scarti delle fritture. L’olio vegetale di frittura diventa un rifiuto quando subisce un processo di ossidazione e quindi assorbe sostanze inquinanti che non consentono un ulteriore consumo. Al mancato utilizzo sarebbe necessario un riciclo e, quindi, un’eliminazione corretta dell’olio esausto. I servizi ambientali Alia o Legambiente permettono il corretto smaltimento attraverso isole ecologiche dove l’olio viene raccolto in modo che non possa inquinare l’ambiente. Purtroppo l’olio esausto non viene eliminato correttamente da tutti. Se lo si getta nel lavandino o nel WC arriva fino agli scarichi della rete fognaria, giungendo direttamente al suolo e contamina falde acquifere, mare, corsi d’acqua e suolo. Una volta raggiunta una falda, può penetrare nei pozzi d’acqua potabile rendendoli inutilizzabili: un solo litro di olio esausto può danneggiare milione di litri d’acqua rendendola non più potabile. Oltre a ciò esso impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari, danneggiando drasticamente l’ambiente marino e la vita in acqua.

"Felici ma matti" è l’impresa segnalata dalla fondazione dello sviluppo sostenibile e tra i 100 campioni di economia circolare di Lega Ambiente. Un’impresa, con sede in Calabria, che agisce anche nel sociale visto che inserisce al proprio interno fasce deboli e svantaggiate; essa opera nella produzione di detergenti liquidi e saponi naturali recuperando antiche tradizioni e facendo ricorso ai prodotti del territorio della Locride, quali bergamotto, olio di oliva e limone. Cosa si può ricavare dall’olio esausto? Dall’olio esausto, si possono ottenere: Biodiesel, un biocombustibile ricavato dall’olio, saponette e sapone liquido, da 100 litri di olio esausto, si possono ricavare 65 litri di olio lubrificante, olio per motori e prodotti cosmetici. Lo spot di Felici ma Matti è appunto: "Non buttarlo nel lavandino o siamo fritti!"