La musica che quasi provocatoriamente risuona in piazza Montecitorio è il Silenzio Militare, quasi a voler dire che in qualche modo anche loro sono un po’ i ‘caduti’, i ’dimenticati’ della pandemia. C’era anche la rappresentanza pistoiese Silb-Fipe (associazione italiana imprese di intrattenimento) al flash-mob romano andato in scena martedì mattina per accendere i riflettori sui locali di spettacolo, di cui ancora poco si parla in termini di ripartenza. "Il silenzio fa rumore", "ci avete abbandonati" e "vogliamo dignità" sono alcune delle frasi sventolate sugli striscioni di presidenti provinciali di categoria e titolari di esercizi. A tener le redini della rappresentanza pistoiese c’era Moreno Ianda, titolare del ’Ccd’ di Quarrata, a capo della Silb-Fipe. "Dopo 106 giorni di chiusura ininterrotta gli imprenditori dell’intrattenimento riprendono la parola – è il comunicato ufficiale -. Perché di imprese, come tutte le altre, si tratta. Si tratta di Pil, di gettito fiscale (800milaeuro), di affitti, di lavoratori (50mila), di famiglie, di persone. Che potrebbero riprendere a lavorare con responsabilità, che hanno bisogno di aiuti economici (ma non arrivano). Mentre la vita ricomincia ovunque, nelle discoteche e nei locali notturni nelle sale da ballo rimane il buio. Non possiamo accettarlo. Non siamo la ‘movida’, siamo imprenditori che hanno stilato protocolli seri e che onorano le regole dagli anni Settanta. Chiediamo una data di riapertura in condizioni economicamente sostenibili".
"Noi vogliamo tornare a lavorare – commenta Ianda – e poterlo fare con le regole e le direttive del governo, così come tutti stanno ricominciando a fare. Riaprire significherebbe anche dare una possibilità ai ragazzi di stare insieme in sicurezza, anziché lasciarli senza alcuna offerta rischiando, allora sì, che la sicurezza venga a mancare".
Ma le notizie ieri sera, in base alla bozza del nuovo Dpcm, erano dello stop, forse inatteso, per le discoteche fino al 14 luglio (sale da ballo e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, le fiere e i congressi). Una frenata dopo le polemiche di questi giorni che, in realtà, riguardavano più le regole stringenti che l’eventuale riapertura. Ma attenzione, perché anche in questo caso si delega alle amministrazioni locali l’eventuale variazione sulla data della ripartenza, così come per cinema e concerti.
L.M.