REDAZIONE PISTOIA

L’incidente probatorio: "All’origine del disastro. Il ballo sulla volta vuota"

Secondo il consulente del giudice era necessaria la verifica della resistenza. Cade l’ipotesi dolosa: gli atti tornano al pm per il nuovo capo di imputazione.

Il solaio crollò perchè poggiava su una volta vuota, ma la diversa destinazione d’uso di quei locali imponeva la verifica della resistenza. Ma quel vizio occulto sarebbe comunque emerso? Il dubbio resta. E’ la conclusione a cui è giunto il consulente tecnico del giudice sul disastroso crollo di Giaccherino. Si è svolto ieri mattina in tribunale, a Pistoia, davanti al giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci, l’incidente probatorio per il drammatico crollo del solaio, la sera di sabato 13 gennaio 2024, all’ex convento di Giaccherino, durante la festa di matrimonio dei due giovani sposi fiorentini. Il professor Giulio Ventura, ordinario del Dipartimento di ingegneria strutturale, edile e geotecnica del Politecnico di Torino, consulente tecnico del tribunale, ha depositato, come era noto, l’integrazione alla perizia in base alla quale la pubblica accusa dovrà ora riformulare l’imputazione nei confronti delle persone indagate per quel drammatico episodio. Gli atti tornano dunque al pubblico ministero Chiara Contesini. Il capo di imputazione non è più quello iniziale, di disastro doloso e lesioni personali (contenente quindi l’ipotesi di dolo eventuale: quando non si vuole che un evento accada, ma si accetta il rischio che possa verificarsi), ma diventa disastro colposo, conseguenza delle conclusioni a cui è giunto il consulente del giudice. E quindi: la volta sopra l’antico refettorio dell’ex convento che quella terribile sera cedette sotto il peso delle circa sessanta persone, compresi gli sposi, che stavano ballando, conteneva, secondo quanto emerge dalla perizia "un vizio occulto", ovvero non era stata riempita a regola d’arte, ma questo elemento, sempre in base alla perizia e ai documenti storici presentati dalle difese, probabilmente non sarebbe emerso nemmeno attraverso analisi tecniche approfondite. Diversa invece, sempre secondo quanto emerge dal quesito integrativo, la destinazione d’uso degli ambienti mutata nel tempo, che imponeva la verifica della resistenza del solaio.

Il pubblico ministero ha assicurato alle parti la conclusione delle indagini per i primi di agosto e quindi la probabile richiesta di rinvio a giudizio. Le persone indagate sono Roberto Tonti di Prato, titolare della società Rinascimento, proprietaria dell’immobile, Sabrina Tonti e Alesssandro Fabbrini, quali amministratori di Fatto. I Tonti sono difesi dall’avvocato Andrea Niccolai di Pistoia mentre Fabbrini è difeso dall’avvocato Cecilia Turco del foro di Pistoia. La proprietà ha già attivato le assicurazioni in vista del risarcimento del danno. Erano tutti presenti all’udienza così come gli avvocati che rappresentano le numerose parti civili, che sono oltre cinquanta, la quasi totalità delle persone coinvolte nello spaventoso crollo: l’avvocato Alberto Corsinovi di Firenze che con l’avvocato Federico Bagattini di Firenze, assiste anche gli sposi, l’avvocato Gaviraghi di Milano e gli avvocati Paola Assirelli, Sara Bruscoli, Martina Gargini e Ilaria Vaccarella di Firenze.

l.a.