REDAZIONE PISTOIA

L’impresa di Franco "Ho corso per 52 ore per ricordare un amico"

De Caria ha dedicato la Milano-Sanremo, 282 chilometri senza mai dormire alla memoria di Luca Baccini di Agliana, che lo avvicinò al podismo .

L’impresa di Franco "Ho corso per 52 ore per ricordare un amico"

Per un amico che non è più su questa terra, si può correre da Milano a Sanremo, da venerdì mattina a domenica pomeriggio, senza mai dormire, per 282 chilometri, rimettendosi a tempo di record da una congestione e cercando di salvare la propria incolumità sulle strade trafficate di Lombardia, Piemonte e Liguria. Per Luca Baccini di Agliana, scomparso ad appena 57 anni, si può: Franco De Caria, parrucchiere a Pistoia, l’ha fatto. Per fare una dedica speciale e sentirsi finalmente libero. Nato ad Aarau, in Svizzera, da genitori calabresi, vissuto a Francavilla Angitola in provincia di Vibo Valentia, De Caria si è trasferito a Pistoia nel 1990. Ha una figlia, Federica, e da quando aveva quindici anni è barbiere e parrucchiere. Dopo una vita spesa da portiere nel calcio amatoriale, dodici anni fa fu introdotto al podismo da Baccini.

Da allora ha corso una settantina tra maratone e ultramaratone, in Italia e all’estero: due volte la "100 km del Passatore", 8 edizioni della Pistoia-Abetone e ancora Nove Colli Running, Terre di Siena, 24 Ore a Savignano sul Rubicone, 6 Ore della Maremma. "Mi sento libero a correre. Non inseguo il tempo, mi piace praticare sport, stare a contatto con la gente". Con la "Milano-Sanremo, però, è andato oltre: per l’amico.

"Mi avvicinò lui al podismo, facendomi tesserare alla Podistica Aglianese, con i cui colori faccio le gare-Fidal. Quando è venuto a mancare, è morta una parte di me, di tutti coloro che lo conoscevano. Ma abbiamo saputo riprenderci. Ecco la voglia di cimentarmi in questa prova lunghissima, anche se non la più dura corsa: per il dislivello complessivo, la Nove Colli Running resta la più impegnativa. "Siamo partiti in 50 da Milano venerdì mattina, sono arrivato trentesimo su 31 che hanno tagliato il traguardo. Felice di averla completata nonostante per il 95 per cento del tempo abbia camminato (più che corso) da solo, al km 220 (cancello di Ovada) abbia accusato una congestione e sia stato fatto restare due ore seduto dai medici dell’organizzazione e mi sia districato tra gallerie e guardrail a strapiombo sul mare. Per questo sono andato oltre le 52 ore. "Ma ce l’ho fatta grazie a Luca, che da lassù mi ha protetto. Grazie ad alcuni amici, che mi hanno seguito a bordo di un pulmino: Gianluca Capo, il leader, Vincenzo Panariello, Luca Minelli, Paolo Gaggini e Massimo Tuci. Difendendo i colori della Polisportiva Hitachi".

Gianluca Barni