
Il futuro di Vicofaro sarà presto delineato. Le date ci sono e anche i soggetti che si metteranno subito al lavoro per mettere a punto un piano di intervento. E’ di ieri la notizia che la Società della Salute pistoiese ha individuato i soggetti per la coprogettazione e decongestionamento del centro. Al bando, rivolto alle realtà del Terzo Settore, che scadeva il 6 settembre scorso, hanno risposto più realtà, che dunque lavoreranno in collaborazione. I soggetti individuati dall’avviso sono: CO&SO Consorzio per la cooperazione e la solidarietà; ARCI Madiba APS Onlus; Associazione degli Studi Giuridici per l’Immigrazione ASGI APS. Con loro collaboreranno Caritas Diocesana di Pistoia e Medici per i diritti umani ETS. Si tratta di realtà che la Società della Salute Pistoiese ha individuato "tramite la commissione di valutazione", come si legge nella nota diffusa, e che saranno impegnate nella "coprogettazione e la gestione in partenariato relativa alla mappatura dei soggetti presenti presso la parrocchia di Vicofaro e agli interventi per il decongestionamento dell’emergenza territoriale". In sostanza, si tratterà di portare avanti una serie di attività per liberare il centro, intervenendo caso per caso sui singoli ospiti e individuando per ognuno "un percorso per l’autonomia, anche abitativa" e "opportunità di accesso al lavoro".
Dopo l’estate calda, segnata dall’ordinanza di sgombero, lo scorso 20 luglio, determinata anche dall’emergenza sanitaria (dovuta a un caso di tubercolosi), ecco la soluzione che la Società della Salute ha individuato. Le cooperative dovranno mappare tutte le persone presenti, tramite attività di contatto e ascolto, rilevare i bisogni delle singole persone e supportare le situazioni di particolare vulnerabilità. Due le date fissate in cui i soggetti si riuniranno nella sede della Società della Salute in viale Matteotti: domani e il 20 settembre. Ed esplode la rabbia del parroco, don Massimo Biancalani: "Se deve essere una schedatura, non siamo d’accordo. Il bando non rispecchia gli accordi presi che vedevano la mia figura centrale. Nei primi incontri, si era detto che ci sarebbe concentrati sulle persone più fragili, sulla base di dati anche sanitari che noi già abbiamo. Si sarebbero potuti risparmiare questi fondi e destinarli ai ragazzi stessi. L’Asl si deve ricordare che agisce in una realtà parrocchiale".