"Non si trova personale, aziende in difficoltà": allarme anche a Pistoia

Confesercenti: "Mancano figure qualificate o da formare, a partire da cuochi e camerieri". Anche i parrucchieri nei guai

La ricerca di personale è un tema caldo (Foto di repertorio)

La ricerca di personale è un tema caldo (Foto di repertorio)

Pistoia, 27 aprile 2022 - Lavapiatti , aiuto cuochi, camerieri. Nel calderone ci sono anche parrucchiere che tentano di trovare giovani pronti a imparare il mestiere, ma niente: l’offerta di lavoro in questi settori è quasi inesistente o insufficiente a coprire le richieste. Sono decine le imprese pistoiesi nella ristorazione e nei servizi che vogliono assumere ma che non trovano personale, né alle prime armi nè qualificato.

La denuncia arriva dalla Confesercenti che spiega come serva un patto per il territorio in modo da favorire l’incrocio di dati utili alle aziende per la ricerca di personale. Non solo, l’associazione chiede una riforma fiscale adeguata al mercato del lavoro che consenta tra l’altro di aumentare i salari, costi che al momento non possono essere sostenuti dalle aziende dopo il lungo lockdown.

«Da una parte non manca una specifica offerta di lavoro, dall’altra è forte la preoccupazione per l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, del gas e della benzina – spiega il direttore della Confesercenti Riccardo Bruzzani –. Ma perché non si trovano dipendenti? Le ragioni sono molteplici. Può apparire un paradosso che una rappresentanza delle imprese sostenga che una delle cause principali sia dovuta ai bassi salari, accompagnata dall’obbligo di svolgere il lavoro nei giorni festivi. Il risultato è che i consumi sono colpiti dall’inflazione e dalla riduzione del potere di acquisto delle famiglie a basso reddito. Lo stesso ceto medio è impoverito. Per contro i paradisi fiscali sono ancora un rifugio sicuro e i grandi gruppi delle vendite web non sono chiamati a pagare le tasse. E’ indispensabile – prosegue Bruzzani - detassare il lavoro allo scopo di consentire la crescita dei salari, che non può essere caricata sulle imprese, perché comporterebbe un aumento ulteriore dei prezzi. Il lavoro deve poi essere incentivato con un forte intervento sul cuneo fiscale/contributivo e le imprese devono avere la possibilità di salvarsi e di crescere, favorendo e incentivando gli investimenti".

«E’ bene ricordare che 7mila bar e tanti ristoranti – anche nel nostro territorio - non hanno riaperto dopo il lockdown. Molti alberghi, come vediamo anche a Montecatini, non ce la fanno a ripartire. Tutto il commercio di vicinato soffre enormemente. E’ veramente una colpa dimenticarsi delle chiusure, non restituire fiducia al ceto medio, alle imprese, ai lavoratori impoveriti, non rimuovere le cause del rifiuto di offerte di lavoro, che insieme all’inflazione e alla possibile recessione è una miscela che può scatenare rabbia sociale e la stessa tenuta democratica. Anche a Pistoia è tempo di aprire una nuova stagione di confronto tra la parti sociali per affrontare problemi di nuova qualità- conclude il direttore della Confesercenti –. Non c’è spazio per posizioni chiuse e arretrate o richieste generaliste senza stabilire criteri e obiettivi selettivi. E’ venuto perciò il momento, secondo noi, di affrontare seriamente il Patto di sviluppo nei territori".