
Ha letteralmente imparato a camminare fra i filari delle vigne della Fattoria di Badia Pozzeveri di cui oggi è co-proprietario insieme a suo padre Romano e sua madre Annarita. Parliamo di Matteo Romani, 30enne originario di Montecatini che ha fatto della sua passione per l’agricoltura, la vendemmia e la produzione del vino il suo lavoro.
Appunto Matteo, qual è il suo lavoro?
"In una fattoria bisogna sapersi occupare un po’ di tutto e la nostra non fa eccezione. Una delle nostre attività principali è e rimangono la produzione e la vendita di vini, che realizziamo e imbottigliamo interamente in proprio. Le nostre bottiglie poi vengono vendute sia al dettaglio in fattoria che esportate in tutto il mondo".
A volte si pensa al lavoro nei campi come qualcosa di rimasto all’età della pietra...
"E vi posso dire che non è vero. Il processo di produzione del vino ha sì circa 4mila anni ma negli anni la scienza ha cambiato il volto di questa produzione, migliorando di tantissimo resa e anche qualità. Aggiornarsi, nel nostro campo, è fondamentale: produzione, affinamento e persino stoccaggio del prodotto. Sta a noi non rimanere mai indietro, studiando e informandoci di continuo".
E poi c’è la vendita...
"Esatto. Secondo me la bottiglia di vino deve contenere non solo un ottimo prodotto, ma anche un messaggio. Tutto conta: dal colore dell’etichetta, alle cose scritte sopra, alla forma del tappo, al materiale. É un procedimento complesso, stimolante e affascinante, ma anche complicato da mettere in atto proprio perché abbraccia tantissimi ambiti: si parte dalla vendemmia e si arriva a un prodotto finito da vendere nel migliore dei modi".
Che persone bisogna essere per lavorare dentro una fattoria?
"Bisogna avere davvero una grande passione, perché il lavoro è molto di più di quello che si possa pensare. Spesso si è all’aperto e non c’è freddo, pioggia o caldo che tenga. L’esperienza e le competenze, soprattutto scientifiche, aiutano senz’altro nel lavoro di ogni giorno. Nel lavoro nei campi e nell’agricoltura c’è molta più tecnologia e bisogno di competenze specifiche di quanto si pensi".
E in un giovane collaboratore cosa vorrebbe vedere?
"La fame di fare bene il proprio lavoro e di crescere ogni giorno, migliorando il prodotto. Ecco, vorrei vedere qualcuno che avesse voglia di fare meglio di me. Sarei felice di metterlo alla prova".
Francesco Storai