
La Visitazione (Foto Castellani)
Pistoia, 28 aprile 2018 - «Splende di luce propria. E’ per questo che è difficile illuminarla. E il fuoco del 2017 è stata lei». Un superlativo Antonio Paolucci per un capolavoro assoluto: la Visitazione di Luca della Robbia che è tornata a casa, nel suo allestimento originale, nella nicchia davanti all’ingresso della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas. L’intervento del grande studioso, già ministro dei beni culturali, «il soprintendente», è stato applauditissimo da una chiesa affollata per il grande evento che ha sancito la fine di un percorso straordinario di cui la Visitazione è stata il cuore bianco: dal restauro, alla trasferta in America, alla mostra in San Leone fino al ritorno a casa.
Il professor Paolucci è partito dalle parole di San Bernardino da Siena sul primato del bianco, della lucente invetriatura candida come le due anime, quella di Maria e quella di Elisabetta, che si incontrano, nella purezza di cuore e nell’innocenza. Ma le parole di Paolucci per Pistoia sono andate oltre: «La Visitazione – ha detto il grande studioso del Rinascimento – è un capolavoro assoluto, ma ci sono altre realtà uniche a Pistoia, come i suoi pulpiti e la sua stessa postura geografica, con un centro storico, non cancellato, non offuscato, non cannibalizzato dalla periferia. Questo perchè i pistoiesi hanno coltivato i loro spazi aperti a olivi, rose, cipressi e lo stacco fra la città e la campagna è quello di un tempo. Poi c’è l’altare di San Jacopo in Cattedrale, e la sua identità profonda è nell’immagine del Ceppo. Ma il fuoco del 2017 è stata lei. Prodigio della maiolica robbiana. Tanti colleghi mi hanno raccontato dello stupore che hanno provato davanti al suo melodioso splendore».
I pistoiesi, tante le autorità, lo hanno ascoltato incantati e tanti hanno voluto ringraziare il professore, preceduto dalla presentazione della curatrice, Maria Cristina Masdea, funzionario della Soprintendenza: «Tanti ci hanno chiesto perchè la Visitazione non è rimasta in San Leone, ma le opere devono tornare al luogo a cui appartengono».
«Questa è un’opera che parla di pace» ha detto il vescovo Fausto Tardelli nel ringraziare tutti gli artefici di questo evento tra cui ricordiamo, l’architetto Valerio Tesi e, per la diocesi, l’architetto Simone Martini e la responsabile Lucia Cecchi. Hanno portato il loro saluto don Luca Carlesi, arciprete della Cattedrale; Giovanni Palchetti, vicepresidente della Fondazione Caripit e il dirigente della Conad Fabrizio Fronte, indispensabili sponsor. Da parte del parroco, don Leonildo, una piccola raccomandazione: «Non solo foto ora, ma anche devozione».
lucia agati