Quasi due anni e mezzo che quella ‘tregua’ si è interrotta, che la vita ha continuato a scorrere allo stesso ritmo di sempre, tanto che se non fosse per la scia di dolore e sofferenza che si è portata appresso la pandemia da covid-19, tutto sembrerebbe mai essere accaduto. C’è stato un tempo in cui la via Fiorentina si era fatta silenzio, messi a tacere i rombi dei motori, fermato il traffico, azzerata la routine quotidiana del traffico per via del virus e c’è adesso un tempo in cui quel silenzio è tornato ad esser caos assordante. Ma c’è qualcosa che ha costruito memoria attorno a quel primo tempo e sono le fotografie di Stefano Di Cecio, storico dipendente della Croce Verde di Pistoia e capacissimo e appassionato fotografo, al centro della mostra "Fiorentina", secondo atto della più ampia rassegna "Visioni-Esposizioni d’arte" ideata da Filippo Basetti e patrocinata dal Comune di Serravalle Pistoiese.
Il taglio del nastro all’Oratorio della Vergine Assunta (via San Ludovico, 7) domani alle 18, con orari di apertura ogni sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30, fino al 18 febbraio (aperto anche su prenotazione chiamando lo 0573.917204). Al centro della narrazione una selezione di venticinque fotografie il cui fulcro è proprio la via Fiorentina, altezza Ponte alla Pergola, dove Di Cecio vive. E mentre quel ‘set’ resta sempre lo stesso, a cambiare è ciò che ingombra la strada, non automobili né camion o tir, bensì soggetti frutto della fantasia dello stesso Di Cecio: dal monolite nero di 2001 Odissea nello spazio ai Beatles nell’atto di attraversare la strada ricordando Abbey Road, passando per la SR66 imbandita a pic nic nel giorno di Pasquetta, ai passaggi del presidente Mattarella o delle Frecce Tricolori. Non solo allestimenti reali dunque, ma anche rielaborazioni grafiche per dare davvero libero sfogo alla fantasia rendendo a tratti possibile l’impossibile.
"Tutto scaturì da quell’irreale silenzio in cui via Fiorentina era immersa durante il lockdown iniziato a marzo 2020 – spiega Di Cecio -. Era il mio palcoscenico naturale, la mia casa affaccia proprio lì. Era incredibile pensare a quell’immobilità quando nei giorni qualsiasi il rumore del traffico si fa assordante. È stato naturale per me cercare un modo per sdrammatizzare il momento. Pubblicai il primo scatto su Facebook, gli amici e i conoscenti ne furono in qualche modo rapiti, mi invitavano a continuare. Si era sviluppato un calore e un affetto reciproci che non potevo non lavorarci ancora". Le foto in mostra, come detto, sono circa venticinque, arricchite da una selezione di scatti dal ‘backstage’, dove compare lo stesso Stefano e dove si può ritrovare lo ‘zampino’ della sua compagna, "il cui contributo è stato indispensabile". Ma rivedere quelle immagini oggi, che effetto fa? "Strano, davvero – conclude Di Cecio -. Mi riporta a quei giorni surreali, ricordandomi quale fu l’atteggiamento che mi imposi: cercare di ritrovare un momento positivo quando tutto intorno è tragedia".
linda meoni