
La rinascita di un’atleta: dall’infortunio alla vita Come Katelyn ha ritrovato l’amore per lo sport
Ginnasta già a 3 anni, in pieno agonismo a 11, la statunitense Katelyn Ohashi (nella foto) da adolescente aveva già raggiunto grandi risultati, ma ad un alto prezzo. Come racconta lei stessa, il clima in squadra era tossico, all’insegna della competizione, fra gare a chi mangiava meno e insulti quotidiani.
Poi, al rientro dopo un grave infortunio, il suo cambiamento fisico le attirò critiche feroci: il suo coach la definì "un uccello che non può volare". Nel tentativo di ridurre il peso, Katelyn sviluppò disturbi alimentari; la sua autostima era a pezzi. Così, abbandonò l’agonismo e si iscrisse al college in California, dove continuò a praticare ginnastica. Lì, grazie a una squadra e uno staff che la fecero sentire apprezzata come essere umano prima che come atleta, mettendo il suo benessere prima di tutto, riuscì a ritrovare il sorriso, la fiducia in se stessa e la passione per la ginnastica, concludendo la carriera con una grande esibizione in Texas, presto diventata virale.
Ora Katelyn Ohashi usa la sua celebrità per lottare contro il "body shaming" e gli abusi nello sport, nella certezza che, come dice John Wooden, "il vero successo è la pace interiore sapendo di aver fatto del proprio meglio".