La rinascita del Ceppo. Sarà trasformato in Casa di comunità. Il piano in due mosse

Quasi sei milioni di euro per riattivare il Padiglione Cassa di Risparmio. La prima fase si chiuderà a dicembre, la seconda nel corso del 2026. Tutte le risorse arrivano dal Pnrr. Ci saranno servizi sanitari e sociali.

Cinque milioni e 690mila euro per "riaccendere le luci" nel Padiglione Cassa di Risparmio del Ceppo e ritrovare qui entro due step temporali – dicembre 2024 il primo, 2026 il secondo – un insieme di servizi sanitari evoluti rispetto alle attuali Case della salute, quelli che la nuova legge ha battezzato "Casa di comunità" e "Ospedale di comunità". Obiettivo, decongestionare il San Jacopo certamente, ma soprattutto concentrare in un’unica struttura servizi sanitari e sociali a beneficio del cittadino. Vengono alla luce nuovi particolari sul Ceppo che sarà grazie ai già noti finanziamenti del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, linea d’intervento sei, grazie a una mozione presentata dalla consigliera Tina Nuti (Civici e Riformisti) nell’ambito della congiunta commissione sanità e urbanistica di venerdì. Planimetrie e dettagli alla mano è stato l’ingegnere Ermes Tesi, direttore area manutenzione e gestione investimenti Pistoia per l’Asl Toscana Centro a entrare nel cuore del vecchio Ceppo rendendo conto di quel che sta accadendo e quel che ancora dovrà accadere entro il 2026. "Il Pnrr poneva degli esami in corso d’opera, in tre diverse scadenze. Esami che abbiamo tutti superato, avendo avuto pronti nei tempi indicati i progetti esecutivi della Casa di comunità e la sottoscrizione dei relativi contratti con le ditte che si erano aggiudicate l’appalto. Entrando nel dettaglio delle cifre – ha illustrato Tesi –, andremo a realizzare tre strutture: la Casa di Comunità per un investimento di 4 milioni circa e l’Ospedale di Comunità per un milione e 200mila euro circa, assieme ai cosiddetti Centri operativi territoriali (Cot) 1 e 2, per investimenti ciascuno di 173mila euro. Tutti finanziati con il Pnrr. I due Cot dovranno essere consegnati entro il 31 dicembre di quest’anno, mentre per le strutture più articolate si parla del 2026".

Il direttore ha poi illustrato le collocazioni per ciascuno dei tre piani più il seminterrato: "Quello che per molti era il percorso di collegamento tra viale Matteotti e Pistoia Centro. Dopo le demolizioni quel percorso è venuto meno. Noi lo abbiamo in parte ripristinato e abbiamo destinato quella zona a depositi e locali tecnici. Al piano terra, a cui si accede da piazza Giovanni XXIII, s’incontra la prima porzione della Casa di comunità con gli ambulatori dei medici di medicina generale e degli specialisti, ma anche servizio infermieristico e assistenza sociale. Nella parte centrale del piano si troverà la continuità assistenziale e i locali accessori di servizio, oltre al centro prelievi e al Cup. La Casa di comunità si sviluppa ulteriormente al primo piano, con il percorso donna e quindi ostetricia, ginecologia e centro donna, e poi laboratorio ausili, guardaroba, spogliatoi e locale accessorio, mentre dall’altro lato avremo salute mentale infanzia e adolescenza. L’ospedale di comunità si svilupperà al secondo piano, al posto delle attuali cure intermedie, con il già funzionante servizio odontoiatrico, ma anche al terzo piano, dove ci saranno anche uffici, cure intermedie e le due Cot". Diversi gli interventi da mettere in atto, a partire dall’adeguamento antincendio, energetico e di consolidamento che riguarderanno in particolare il piano interrato. "Il cantiere è partito per la Casa di comunità – ha aggiunto Tesi –, mentre i piani secondo e primo sono stati consegnati anche questi in previsione di un imminente via ai lavori".

"Cosa saranno esattamente gli ospedali di comunità ancora non lo sappiamo, servirà una delibera regionale che ne normi nel dettaglio le funzioni – ha detto Daniele Mannelli per l’Asl, presente anche lui in commissione, nel rispondere alle domande dei consiglieri –. Immaginiamo che possa equivalere a un livello due delle cure intermedie che già abbiamo al Ceppo, ma è solo una previsione. I posti lettoi? A lavori conclusi ne prevediamo 54. Un numero che soddisfa ampiamente gli standard minimi previsti per legge".

linda meoni